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Mafia Capitale: relazione Gabrielli, si allontana ipotesi scioglimento

di Renato Paone09 Luglio 2015
09 Luglio 2015

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Conta cento pagine la relazione del prefetto Franco Gabrielli presentata al ministro degli Interni Angelino Alfano. Pagine in cui viene messo nero su bianco il modus operandi della macchina amministrativa del Comune ai tempi di Mafia Capitale.
Come ha dichiarato il prefetto, non si arriverà alla richiesta di scioglimento del Comune, ma il Campidoglio subirà comunque delle conseguenze: venti dirigenti apicali, a partire dal segretario generale, da rimuovere e soprattutto la richiesta di sciogliere per mafia il X Municipio, quello di Ostia, il mare dei romani che, con i suoi 229 mila abitanti, diventerebbe l’ente locale più popoloso tra quelli sciolti per infiltrazioni criminali in Italia.
Angelino Alfano dovrà ora decidere in merito all’opportunità o meno di sciogliere il Comune per mafia: «La legge mi dà tre mesi di tempo, ma non credo che li userò tutti. La mia non sarà una decisione preconfezionata o precostituita, ma formerò il mio convincimento in base a quanto scritto nella relazione».
«Posso dire senza tema di smentita – ha precisato Gabrielli, a margine di una visita nel III municipio di Roma prevista nel tour che sta toccando tutti i territori della capitale –  di non aver avuto la benché minima sollecitazione né dal presidente del Consiglio né dal ministro dell’Interno, cui va riconosciuta la correttezza istituzionale. Nessuno, infatti, potrà mai dire che mi abbiano indicato la soluzione. Io fornirò loro la mia visione e poi loro faranno le valutazioni, anche perché lo scioglimento è un atto di discrezionalità politica».
Intanto, sull’ipotesi di sostituire o succedere all’attuale primo cittadino, Gabrielli ha ribadito: «Sono un funzionario dello Stato consapevole di aver fatto il proprio lavoro magari non tutti saranno d’accordo, ma a me non interessa il consenso. Il mio unico vincolo è la legge. Mi sono sottratto alle lusinghe della politica 35 anni fa e oggi sono ancora più contento che a queste lusinghe non intendo cedere. Ho fatto la scelta giusta. Sono poliziotto nell’anima e morirò poliziotto e soprattutto non farò mai il politico».

Renato Paone

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