«I soldi dati alla Grecia non hanno mai raggiunto il popolo, i soldi sono stati dati per salvare le banche europee e greche», con queste parole il premier greco Alexis Tsipras pronunciate al Parlamento europeo ha ribadito la sua opposizione alla politica di austerità che sta condannando la Grecia all’insolvenza. «La mia patria si è trasformata in un laboratorio sperimentale di austerità – dice ancora il premier greco a Strasburgo – ma l’esperimento non ha avuto successo. La lotta alla disoccupazione è il primo obiettivo della nostra proposta. La scelta coraggiosa del popolo greco in condizioni senza precedenti, – ha tuonato Tsipras – non è una scelta di rottura con l’Europa ma è la scelta di tornare ai valori che stanno alla base dell’Ue». Intanto sembra che la ragioneria Centrale ellenica starebbe progettando l’emissione di “cambiali” in caso dovesse permanere il blocco della liquidità nella penisola ionica. Circostanza smentita poche ore fa dal ministero delle Finanze greco.
Il popolo è sfinito (nella foto il pensionato scoppiato a piangere davanti ad una banca chiusa e che un suo amico australiano ha deciso di aiutare economicamente) e dopo l’euforia del “no” alla politica economica UE si rafforzano i sentimenti di rabbia e rassegnazione. I greci che si trovano all’estero rischiano di rimanerci, senza possibilità di ritirare euro al bancomat anche se hanno il conto in attivo e il timore di essere umiliati e trovarsi in condizioni di indigenza lontano dalle proprie case. Poi le storie degli autotrasportatori greci a lavoro sulle strade di Europa e Asia arenati ai caselli autostradali senza credito per superare le barriere. In tutta la Grecia gli indigenti sono in costante aumento, così come gli imprenditori al verde che rappresentano oggi un terzo dei nuovi poveri. Si iniziano persino a rubare le cassette di api che gli apicoltori lasciano sul ciglio delle strade di montagna e che fino a oggi mai nessuno aveva mai depredato. Nella Grecia centrale ieri, a Stylida, un agricoltore di 45 anni si è tolto la vita impiccandosi nel terreno in cui lavorava.
Emanuele Bianchi
