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La Ferrari fa il gamberetto, negli ultimi anni sempre peggio da metà stagione in poi

di Domenico Cappelleri07 Luglio 2015
07 Luglio 2015

14.03.2014 - Free Practice 3, Maurizio Arrivabene (ITA) Ferrari Team Principal

Cavallino rampante? No, gamberetto rampante. Il triste film delle stagioni scorse sembra riproporsi anche quest’anno: Ferrari bene al via, sempre peggio col passare dei gran premi. E dire che la vittoria di Vettel in Malesia aveva fatto ben sperare i tifosi che avevano iniziato a sognare una stagione da protagonisti: Il “Ferrari is back” (“la Ferrari è tornata”) urlato da Vettel via radio a Sepang, è ormai un lontano ricordo. Ma cosa succede ogni anno alla Rossa? Il termine chiave per spiegare i problemi della vettura di Maranello è la parola “sviluppo”: le altre scuderie riescono a portare aggiornamenti in grado di migliorare le prestazioni, la Ferrari no. I mali del Cavallino risalgono al 2009, anno nel quale la Fia ha deciso di abolire prima, e limitare dopo, i test durante la stagione. Non è un mistero che la Ferrari facesse delle prove di Fiorano il proprio punto di forza, soprattutto per l’evoluzione aerodinamica della monoposto. Dal 2010 in poi la vettura a metà stagione è sempre peggiorata, o meglio, non è migliorata quanto quella degli altri. Le buone prestazioni di Alonso nell’anno di esordio, nel 2012 e nel 2013 avevano mascherato parzialmente l’andazzo negativo, che alla fine si è palesato lo scorso anno, con una macchina nata male e “maturata” peggio.

Anno della svolta? L’anno del cambiamento doveva essere questo, il 2015, con Sergio Marchionne al vertice e Maurizio Arrivabene (nella foto) nel ruolo di Team Principal. Fuori dall’azienda i responsabili della debacle degli ultimi anni, dal presidente Luca Cordero di Montezemolo per arrivare al capoprogettista Nicholas Tombazis e al telaista Pat Fry. La rivoluzione all’inizio del mondiale sembrava aver pagato, cinque podi di fila tra cui una vittoria. Poi due blackout in Canada e Austria causati da errori e problemi di affidabilità e una prestazione sottotono a Silverstone (il podio di Vettel è arrivato grazie alla pioggia), hanno fatto ritornare la rossa dietro di un anno, quando lottava a centro gruppo.
Marchionne da buon stratega qual è, dopo la “spallata” data a Montezemolo aveva messo le mani avanti: “Se vinceremo tre gare sarà un trionfo”. Oggi il presidente italo-canadese, a parte l’ultimatum dato a Raikkonen dopo il gp del Canada, non entra nel merito della gestione sportiva, ma si limita a parlare di Borsa: “Mi aspetto non meno di 10 miliardi di euro dalla quotazione della Ferrari”.

Il futuro. Nonostante i titoli possibilisti comparsi su alcuni giornali qualche tempo fa, le Mercedes sono e resteranno irraggiungibili, in Formula uno, un secondo di distacco non si recupera in un anno. La vera sfida per la Ferrari sarà migliorare se stessa, ma soprattutto riguadagnare margine sulla Williams, che ora sembra più competitiva che mai. Per rivedere una rossa vincere con continuità forse bisognerà aspettare una nuova rivoluzione regolamentare, lo strategy group, che si compone dai rappresentanti di 6 scuderie, dalla Fia e dagli emissari di Ecclestone, sta lavorando per una formula 1 più spettacolare con monoposto più “gradevoli alla vista” e più veloci. A Maranello sperano.

Domenico Cappelleri

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