Dal 20 luglio Stati Uniti d’America e Cuba riapriranno le rispettive ambasciate a L’Avana e Washington. “Un passo storico” per il presidente americano Barack Obama che ha dato l’annuncio, in diretta sulle tv americane e cubane, dal Rose Garden della Casa Bianca. La decisione è stata confermata anche da Raùl Castro, presidente dell’isola caraibica e dal ministero degli Esteri dell’Avana ripreso dal sito web Cubadebate. I due leader, nei giorni scorsi, si erano accordati tramite uno scambio di lettere.
Piccoli passi verso il riavvicinamento totale. Con la riapertura delle ambasciate verranno così cancellati gli ultimi strascichi della guerra fredda e, dopo ben 54 anni, il completo risanamento dei rapporti tra i due paesi sembra far capolino all’orizzonte. Lo stop delle relazioni tra Usa e Cuba risale, infatti, al 1961 quando entrò in vigore l’embargo (anche detto in spagnolo “el bloqueo”) imposto dagli Stati Uniti all’indomani della rivoluzione di Fidel Castro. Negli ultimi anni, comunque, gli esempi di apertura e riavvicinamento tra i due paesi sono stati molti: primo tra tutti lo storico annuncio di Obama, il 17 dicembre 2014, di avere l’intenzione di porre fine all’embargo (anche se per poter essere effettivamente rimosso è necessario il voto favorevole del congresso americano). Successivamente lo scorso 29 maggio il Dipartimento di stato americano ha cancellato Cuba dalla ‘lista nera’ degli stati considerati sponsor del terrorismo, dopo ben 33 anni.
Cuba è, quindi d’accordo, ma con qualche riserva. Infatti, all’interno di un comunicato, il governo cubano ha voluto precisare che, per favorire la normalizzazione dei rapporti diplomatici tra i due paesi, gli Stati Uniti dovrebbero eliminare l’embargo economico contro l’isola, riconsegnare la base militare di Guantanamo alla sovranità cubana e mettere fine ai programmi radiofonici e televisivi considerati “sovversivi”. Insomma l’ultimo grande ostacolo tra Usa e Cuba sembra essere il soffocamento degli scambi commerciali cubani. Questione sulla quale Obama ha le mani legate, dal momento che non può agire senza considerare la volontà del Congresso, a maggioranza repubblicana. “Non dobbiamo essere prigionieri del passato – ha detto il presidente americano durante l’annuncio – La storia ha posto i due Paesi su posizioni molto differenti, ma gli sforzi di isolare Cuba hanno sortito l’effetto opposto”. “Le differenze con Cuba restano, ad esempio sulla libertà di espressione ma grazie a questo cambiamento – ha proseguito – gli Usa potranno impegnarsi più ampiamente per favorire la democrazia e il rispetto dei diritti umani a Cuba. E potremo trovare modi nuovi di collaborare su questioni di comune interesse, come l’antiterrorismo, la risposta ai disastri naturali e sulle tematiche legate allo sviluppo”. A innalzare la bandiera a stelle e strisce nella cerimonia di apertura dell’ambasciata Usa a L’Avana sarà il segretario di stato John Kerry.
Flavia Testorio