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Mafia Capitale, Buzzi chiede il patteggiamento a 3 anni e mezzo

di Renato Paone17 Giugno 2015
17 Giugno 2015

Mafia-Capitale-Buzzi-ricattato-da-ex-amanteSalvatore Buzzi, il capo della cooperativa «29 giugno» e uno dei principali indagati nell’inchiesta “Mafia Capitale”, ha proposto un patteggiamento per una condanna a tre anni e sei mesi di reclusione e 900 euro di multa, a fronte della richiesta di giudizio immediato formulata recentemente dalla procura per 34 indagati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in occasione della prima “retata” nel dicembre 2014.
Il calcolo della pena è basato dal disconoscimento dell’aggravante della matrice mafiosa, da sempre oggetto di contraddittorio tra difensori degli indagati e procura, e sulla riduzione di un terzo previsto dal rito. Difficile, però, che la Procura di Roma accetti la richiesta di Buzzi, date le numerose accuse: associazione per delinquere di stampo mafioso, corruzione, turbativa d’asta e intestazione fittizia di beni. La parola spetta ora al gip Flavia Costantini. Il collegio di giudici si è riservato la decisione sulle richieste di annullamento, mentre il processo è previsto per il prossimo novembre.
Come si legge nell’istanza, la difesa ritiene che nei confronti di Buzzi «possa essere esclusa la sussistenza della partecipazione al reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, che può essere riqualificato in associazione per delinquere semplice; che possa essere esclusa la sussistenza dell’aggravante del possesso di armi non essendo state reperite e, comunque, non risultando alcuna consapevolezza in ordine al possesso di esse da parte di taluno dei partecipi».
La richiesta di patteggiamento, come sottolineato dall’avvocato Alessandro Diddi, non sottintende un’ammissione di colpa. «Nessun riconoscimento di responsabilità – ha tenuto a precisare Diddi – ma solo una strategia processuale. Il patteggiamento può essere chiesto solo in questa fase alla luce del giudizio immediato. A prescindere dall’accoglimento o meno dell’istanza, Buzzi non rinuncerà a difendersi. La storia non è quella propinata finora e Buzzi è un imprenditore che ha cercato di barcamenarsi fra mille difficoltà per pagare gli stipendi di tanti lavoratori».
Intanto, la procura ha chiesto la conferma delle misure restrittive notificate il 4 giugno scorso a una decina di indagati, tra i quali lo stesso Buzzi e l’ex consigliere comunale Giordano Tredicine (Fi). Altre posizioni esaminate hanno riguardato il consigliere comunale Massimo Caprari, l’ex dirigente della Regione Lazio Guido Magrini e l’ex responsabile del dipartimento affari sociali del Comune Angelo Scozzafava.
Il 22 giugno è stata fissata un’altra udienza per l’esame dei ricorsi di altri indagati.

Renato Paone

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