“Servono pantaloni taglia piccola e scarpe, anche perché ci sono molti bambini. Al momento non è stata riscontrata nessuna emergenza sanitaria particolarmente preoccupante”. Il responsabile del campo, allestito dalla Croce Rossa alle spalle della stazione Tiburtina per far fronte all’emergenza migranti, entra ed esce dalle tende e risponde alle domande dei giornalisti. All’interno della tendopoli, che al momento accoglie circa 145 migranti, in maggioranza eritrei, ci sono una sala mensa, bagni chimici e un container con le docce. Dall’esterno si sentono le voci degli ospiti, mentre una bambina passeggia per il campo cullando una bambola.
Da questa mattina l’area che circonda la seconda stazione più importante di Roma é un via vai di cittadini che portano pacchi di pasta, confezioni di latte, caramelle, conserve di pomodoro. Ognuno prova, come può, ad aiutare i volontari a gestire l’emergenza scattata da alcune settimane nella Capitale. Il grande cuore di Roma batte anche qui, dentro le buste scaricate dalle auto dei tanti cittadini che raggiungono il campo della Croce Rossa.
“Se li dessero a me trenta euro al giorno – dice un passante – ci starei io qui dentro. Manca solo la playstation “. Una signora distribuisce schede telefoniche ai ragazzi, provando a spiegarne l’utilità, mentre un altro cittadino scarica dall’ auto un tavolo con alcune sedie. “Serviranno per la mensa” ringrazia un volontario.
Baraket esce dal campo con due spazzolini in mano: sono un dono dei volontari. Ha 16 anni ed è eritreo, come quasi tutti gli ospiti di questo centro di fortuna allestito a pochi passi dalla Tiburtina. Baraket sogna di andare in Inghilterra a raggiungere suo fratello, l’Italia non gli piace.
Dal vicino centro di prima accoglienza “Baobab” di via Cupa – al collasso con circa 800 ospiti su poco più di 200 posti letto – arriva un uomo con un referto medico dell’ospedale San Gallicano. Si sente male, ha evidenti problemi respiratori e, per motivi precauzionali, non viene fatto entrare all’interno del centro. Arriva un’ambulanza, lo portano via, ma non ha nulla con sé.
Venerdì il prefetto Franco Gabrielli e l’assessore alle Politiche sociali, Francesca Danese, hanno annunciato che partiranno subito i lavori di ristrutturazione di una palazzina di proprietà delle Ferrovie dello Stato in via Masianello dove saranno ospitati 100 transitanti. Verranno accolte persone senza documenti in attesa, come Baraket, di riprendere il viaggio verso il nord Europa.
Samantha De Martin