«Roma ha bisogno di una rinascita morale e spirituale». Così papa Francesco, direttamente da piazza San Pietro davanti a 25mila persone, in occasione dell’apertura del Convegno Ecclesiale della Diocesi romana. La volontà espressa dal pontefice è di affidare alle “nuove generazioni” il “forte compito” di sostenere e rivitalizzare la Città Eterna, travolta dalle inchieste di Mafia Capitale che hanno coinvolto politici e imprenditori.
L’appello è stato raccolto dal presidente, nonché commissario romano del Pd, Matteo Orfini che ha esortato i giovani del suo partito a porsi «al centro di un processo di rigenerazione etica». Un processo sostenuto anche dallo stesso presidente del consiglio Matteo Renzi.
Le parole del Papa riecheggiano quelle di don Georg Gänswein, segretario particolare di Benedetto XVI e prefetto della Casa pontificia, che aveva definito, qualche giorno fa, Mafia Capitale «un’epidemia, una corruzione dalle mille facce». Quanto emerso dalle varie inchieste, ha spiegato don Gänswein, «è un chiaro sintomo del ritorno a Roma dei vizi capitali. Si deve fare tutto il possibile per fare pulizia. Ormai non è più una questione di appartenenza politica, ci troviamo davanti ad un’epidemia contro la quale si deve reagire senza indugio».
Intanto martedì è attesa sul tavolo del prefetto Franco Gabrielli la relazione degli ispettori sullo stato dell’amministrazione del Campidoglio. Sarà poi il numero uno di Palazzo Valentini a decidere, entro 45 giorni, se proporre al ministro dell’Interno se sciogliere o meno il Comune per infiltrazioni mafiose. All’orizzonte arriva il Giubileo, che metterà sullo stesso tavolo sindaco e prefetto in un “coordinamento” e non “commissariamento”, come lo stesso Orfini ieri ha chiarito, smentendo così quelle voci che vedevano Marino già commissariato. Il primo cittadino, però, ha ribadito, alla festa dei giovani del Pd a Monteverde, di voler andare avanti: «Non date retta ai giornali, non mi dimetto. La criminalità organizzata era arrivata ad occupare livelli di vertice nell’amministrazione Alemanno. Noi siamo diversi. Diciamolo con chiarezza».
Renato Paone
