E’ stata una cerimonia proiettata nel presente e nel futuro quella che si è svolta questa mattina a Roma presso lo Stato maggiore per celebrare l’edizione 2015 della Festa della Marina Militare. Ricordando l’impresa di Premuda che nel 1918 mise alle corde la flotta austro-ungarica, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha infatti rivolto la sua attenzione sulle grandi migrazioni attraverso il Mediterraneo, affermando che «oggi i nostri nemici sono i trafficanti di uomini, e le vittime sono coloro che non si possono difendere».
Una flotta da ammodernare. Il ministro ha risposto indirettamente anche all’intervista concessa ieri al Corriere della Sera dal Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi, che aveva lanciato l’allarme paventando un prossimo disarmo per vetustà di 50 delle 60 unità della squadra navale, auspicando un potenziamento del piano per la loro sostituzione: «non possiamo come Nazione – ha detto la senatrice Pinotti – rinunciare a mantenere un margine di superiorità tecnologica che consenta alle nostre forze armate di garantire la sicurezza degli spazi euro-atlantici e la stabilità internazionale […] sempre compatibilmente con le risorse rese disponibili».
Da ‘Mare sicuro’ alla futura missione europea. Presto, è stato ricordato, l’Italia assumerà il comando di una missione navale integrata europea per garantire la sicurezza nel Mediterraneo centrale, ma già oggi schiera in mare ogni giorno 5 o 6 navi nell’ambito della «missione interministeriale ‘Mare sicuro’», che si avvale anche della collaborazione di singole unità di altre Marine continentali: attualmente una nave francese, una britannica, una irlandese e una spagnola. Il risultato è stato un drastico ridimensionamento dei naufragi e l’arresto di 125 scafisti a partire dallo scorso 1° novembre.
Il caso marò. Unanime l’affetto espresso ai due fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, la cui controversia con le autorità indiane va avanti ormai da oltre tre anni. A differenza del 2014, quest’anno non c’è stato un collegamento in diretta alla presenza dei giornalisti, ma il ministro Pinotti ha raccontato di avergli «appena telefonato» e i due sottufficiali del San Marco sono stati ricordati in tutti i messaggi augurali, a cominciare da quello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Graziano e De Giorgi. Nel suo discorso il Capo di Stato maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, ha ricordato il contributo della Marina Militare nella prima guerra mondiale e nella guerra di Liberazione, quando il reggimento San Marco – insieme alla divisione Folgore dell’Esercito – combatté a fianco degli Alleati a nome della nuova Italia. L’ammiraglio De Giorgi ha invece lodato il Libro Bianco presentato dal Governo, aggiungendo però che «il nostro impegno non si ferma ai mezzi, ma è dedicato con eguale convinzione al miglioramento delle condizioni di vita del personale».
L’impresa di Premuda. La festa della Marina, istituita nel 1939, prende origine dall’impresa compiuta il 10 giugno 1918 dagli equipaggi di due motoscafi veloci (Mas), che – al comando del tenente di Vascello Luigi Rizzo – intercettarono la flotta austro-ungarica al largo dell’isola dalmata di Premuda e affondarono la corazzata Szent Istvan, affermando così definitivamente la supremazia italiana nel mar Adriatico e più in generale quella dell’Intesa in tutto il Mediterraneo.
Alessandro Testa