HomeEsteri Dopo il G7 scintille tra Obama e Putin. Intervista a Ugo Tramballi: “Non sarà una nuova guerra fredda”

Dopo il G7 scintille tra Obama e Putin. Intervista a Ugo Tramballi: “Non sarà una nuova guerra fredda”

di Cecilia Greco09 Giugno 2015
09 Giugno 2015

G7 Leaders Meet For Summit At Schloss ElmauLa fine del G7 ha portato ad un ulteriore inasprimento dei rapporti con la Russia: da Barak Obama ad Angela Merkel la richiesta è stata univoca: rispettare gli accordi di Minsk o attendere un nuovo aggravio delle sanzioni. Perché Putin non cede alle pressioni dell’Europa nonostante questo, come ha ricordato il presidente americano nella conferenza finale, porti ad un continuo indebolimento dell’economia Russa a causa delle sanzioni della comunità internazionale? Lo spiega in questa intervista, Ugo Tramballi, inviato ed editorialista del “Sole 24 Ore”
“Putin ha una visione imperiale della Russia, l’ha sempre percepita come un vero e proprio impero come, tra l’altro, farebbe qualsiasi grande potenza con ben nove fusi orari. Non è pensabile che diventi, come vorrebbero invece gli americani “una potenza regionale”. Il vero problema è come Putin stia perseguendo le sue intenzioni: con una visione, fortemente antiquata, di espansione militare, di un vero e proprio controllo dei territori”.
Dopo le dichiarazioni di ieri ci si deve aspettare un nuovo, più duro, braccio di ferro tra le due super potenze?
“Non siamo sicuramente di fronte a un’altra guerra fredda: Usa e Russia lavorano insieme su numerosi scacchieri internazionali, non sono in competizione come sembra. Sta di fatto, però, che il problema dell’Ucraina è reale e va risolto in funzione dell’ordine internazionale e questo porta sicuramente ad un inasprimento dei rapporti diplomatici”.
Qual è il ruolo dell’Italia in questa situazione? Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha confermato la necessità di far rispettare gli accordi di Minsk ma di pari importanza risulta mantenere un dialogo il più disteso possibile con la Russia
“Putin attua una politica intollerabile, bisogna pensare che ha fatto una cosa pericolosissima: ha cambiato le frontiere europee con la forza. Si deve considerare però che la Russia è un partner economico fondamentale per il nostro paese, lì lavorano ben 140.000 imprese italiane. Boicottare la Russia in queste condizioni non è pensabile. L’Italia però ha comunque dato un segnale forte, anche se, per quanto riguarda le sanzioni, senza il pugno duro della Merkel, non sono sicuro che il nostro governo le sosterrebbe con così tanta convinzione”.

Cecilia Greco

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