Jobs act e incentivi alle stabilizzazioni fanno crescere l’occupazione. In aprile, tra cessazioni e nuove attivazioni, il bilancio è stato positivo: 210mila contratti in più. Una netta accelerazione rispetto a febbraio (+123mila) e marzo (+92mila), ma pochi miglioramenti rispetto ai numeri dell’anno scorso (ad Aprile 2014 il netto era di 203mila). Sempre su base annuale sale a razzo la percentuale dei contratti a tempo indeterminato (+ 52%), che va a scapito dell’apprendistato (-24,2%)e delle collaborazioni (-19,4%). Insomma la flessibilità del lavoro piace alle imprese, per le quali – grazie a Matteo Renzi – adesso è molto più facile sia aprire che chiudere i contratti a tempo indeterminato. Non sembrano sortire effetti, invece, gli incentivi per l’apprendistato voluti dal ministro del welfare Giuliano Poletti.
Scelte contrattuali che cambiano, ma la parte del leone continuano a farla i contratti a tempo determinato, che assorbono circa il 60% del mercato e nell’ultimo anno registrano solo una lieve flessione (-0,2%).
Non va dimenticato, per concludere, che sale anche il numero dei contratti che vengono chiusi (ad Aprile da 514.646 a 546.382). Il dato di fondo è che il mercato del lavoro è diventato più mobile. Per il momento il bilancio è positivo, soprattutto grazie ai forti incentivi (esonero totale dai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per tre anni) che la legge di stabilità ha previsto per tutto il 2015.
Le imprese tornano ad assumere grazie ai soldi del governo. Una ripartenza che, si spera, sarà confermata quando cesseranno i contributi.
Raffaele Sardella