Continuano a sommarsi le accuse di violenza sessuale a carico di Simone Borgese, il 30enne arrestato per aver aggredito e stuprato, l’8 maggio scorso, una tassista romana di 43 anni nella periferia Sud della Capitale. L’ultima denuncia era arrivata una settimana fa da un’altra donna, anche lei tassista, ma ora a farsi avanti è addirittura una ragazza di 17 anni. Borgese avrebbe abusato di lei all’interno di un ascensore a giugno dell’anno scorso. La ragazza stava entrando nel palazzo del fidanzato, quando è stata seguita da un uomo che si è infilato con lei in ascensore e si è abbassato i pantaloni per violentarla. L’aggressore sarebbe poi scappato per le scale lasciando la minorenne accasciata nell’ascensore, con le mani tra i capelli.
La giovane si è tormentata per mesi cercando di ricordare il volto del suo stupratore, fino a quando nei giorni scorsi non lo ha visto apparire su tutti i giornali e non ha avuto alcun dubbio: a violentarla la scorsa estate sarebbe stato proprio Simone Borgese.
Ora i pm Maria Monteleone e il sostituto Eugenio Albamonte eseguiranno le controverifiche per confermare l’accusa della minorenne, che se fondata sarebbe la terza a carico di Borgese.
Le indagini, hanno chiarito gli inquirenti, proseguiranno con estrema cautela, considerando che il tempo trascorso dallo stupro e lo shock subìto potrebbero aver confuso i ricordi della ragazza.
Alessandra Aurilia