Anche gli home restaurant, autentici ristoranti situati nelle case di perfetti sconosciuti, dovranno sottoporsi alle stesse regole che valgono per le imprese di ristorazione: dalla conservazione dei cibi alle norme igienico sanitarie fino ad arrivare alla sicurezza dei locali. La decisione è stata presa da Roma Capitale che emanerà nei prossimi giorni una circolare a tutte le attività nel territorio di Roma avviando i controlli adeguati affinché siano rispettate le regole del settore.
Infatti, fino ad oggi, i lacci burocratici per gli home restaurant non erano strettissimi. Nessuna autorizzazione sanitaria e nessun obbligo ad adempiere alla normativa sull’HACCP che costituisce, invece, obbligo per qualunque altro tipo di ristorazione. Ma non solo, per quanto riguarda l’aspetto fiscale, i proprietari degli home restaurant potevano svolgere l’attività lavorativa occasionale, senza partita Iva, fino ad un massimo lordo di 5.000 euro annui, soglia di esenzione dall’obbligo contributivo. Ora invece, tutti quelli che hanno un’attività di home restaurant dovranno pagare le tasse e rispettare le regole che verranno decise dal Comune di Roma.
In Europa la tendenza è partita nel 2009 da Londra e si è velocemente estesa grazie all’effetto moltiplicatore dei social network fino ad arrivare in Italia un anno fa.
Un fenomeno sempre più diffuso quindi, che, secondo l’assessore al commercio, Leonori, “non può esimere dal rispetto delle norme che disciplinano il settore”.
Carlotta Dessì
