HomeCronaca Renzi restituisce i soldi ai pensionati e cambia la riforma Fornero. Non mancano le proteste

Renzi restituisce i soldi ai pensionati e cambia la riforma Fornero. Non mancano le proteste

di Silvia Renda19 Maggio 2015
19 Maggio 2015

renziRenzi risponde alla sentenza della Corte Costituzionale e il Consiglio dei ministri dà il via libera al suo decreto sulle pensioni. Durante una conferenza stampa ieri il premier ha spiegato i punti della sua riforma, volta a correggere il tiro della legge Fornero

Con il cosiddetto “bonus Poletti” verranno stanziati circa due miliardi e mezzo di euro, che andranno nelle tasche di 3,7 milioni di pensionati. La restituzione degli arretrati, in seguito alla mancata rivalutazione causata dal blocco delle indicizzazioni decisa nel 2011 dal governo Monti, avverrà in tempi diversi: il primo agosto sarà erogata una prima parte e dal primo settembre verrà ritoccato in positivo il calcolo mensile delle rivalutazioni.

Per quanto riguarda le restituzioni queste ammonteranno a una cifra diversa a seconda dell’importo delle pensioni: 750 euro a chi riceve un assegno da 1700 euro lordi, 450 per chi percepisce 2300 euro, 278 a chi prende 2700 euro, zero spaccato a chi percepisce oltre 3.200 euro mensili lordi.

Il totale è di 2 miliardi e mezzo di euro, a fronte dei 18 miliardi che la Corte Costituzionale aveva stabilito dovessero essere restituiti. Insomma vengono così disilluse le speranze di chi, dopo la sentenza della Consulta, aveva sperato di recuperare tutti i soldi tagliati dagli assegni pensionistici  a partire dal decreto Monti del 2011.

Oltre a questo un’altra novità è stata annunciata ieri in conferenza stampa da Renzi (che polemizza con l’opposizione: “Quando questa norma è stata votata io tappavo le buche della città di Firenze. E’ il colmo che chi l’ha votata ora venga a dirci di restituire tutto”): la riforma Fornero verrà modificata e con essa i paletti imposti per raggiungere l’età pensionabile. Attualmente la legge stabilisce che bisogna avere 66 anni e tre mesi e 20 anni almeno di contributi o, in alternativa, aver maturato almeno 42 anni e mezzo di contributi. Secondo quanto detto ieri dal premier, invece, chi vorrà, potrà andare in pensione a 61 anni. Certo, però, la vacanza anticipata ha un prezzo: una penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo.

Silvia Renda

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