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Jobs Act, aumentano i contratti a tempo indeterminato. Renzi:«La macchina è ripartita»

di Domenico Cappelleri12 Maggio 2015
12 Maggio 2015

PD: RENZI, C'E UNA SINISTRA OSSESSIONATA DA DENARO

 

Oltre 1,33 milioni di contratti di lavoro attivati nei primi mesi del 2015. L’Italia vede la fine della recessione? Secondo il premier Renzi la risposta è affermativa. Il presidente del Consiglio esprime su Facebook tutta la propria soddisfazione: «La strada è lunga, ma la macchina finalmente è ripartita».

Grazie al Jobs Act. Domani l’Istat fornirà i dati sul Pil dei primi tre mesi del 2015, ma Matteo Renzi, in attesa di leggere i numeri precisi, è già soddisfatto dai segnali incoraggianti che arrivano dall’Inps. Secondo L’Istituto Nazionale di Previdenza sociale i nuovi posti di lavoro sono aumentati, rispetto al 2014, di quasi 320 mila unità con una crescita percentuale del +138%.
Bene anche i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato che nei primi tre mesi sono stati 470.784, il 24,1% in più nel confronto con lo stesso periodo del 2014. In più, se a questi numeri si aggiungono anche le trasformazioni di rapporti di apprendistato, si arriva a oltre 619mila nuovi contratti.
«Dopo cinque anni di crollo costante, tornano a crescere gli occupati – spiega il presidente del Consiglio su Facebook -. Il fatto che molti di questi contratti siano agevolati dalle misure del Jobs act (stabilità, sgravi, tutele crescenti, taglio Irap) è sicuramente un fatto positivo». Il premier sul social si è poi lasciato andare a una piccola stoccata ai suoi detrattori: «Mi colpisce che ci sia chi dice: ‘Beh però una parte non sono nuovi contratti, ma regolarizzazioni e stabilizzazioni’, fa sorridere!».

I sindacati. Variegato è il pensiero dei sindacati. Il segretario della Cgil Serena Sorrentino non è entusiasta dei numeri: «Non ci troviamo di fronte a una vera svolta, ma ad un grande regalo alle imprese e meno diritti per i lavoratori». Non crede alla ripresa neanche il segretario della Uil Carmelo Barbagallo: «Per invertire la tendenza di una crisi ancora in atto servono investimenti pubblici e privati per restituire poteri d’acquisto a lavoratori pensionati.
Diversa la posizione del segretario confederale Cisl, Gigi Petteni: «Il contatto a tempo indeterminato sta crescendo, bisogna fare qualcosa di concreto anche nel 2016 stabilizzando gli incentivi».

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