Mancata informazione e un preavviso di soli quindici minuti. Così lo sgombero del campo abusivo in via delle Messi d’Oro a Ponte Mammolo si è trasformato in uno scontro tra forze di polizia e occupanti. A farne le spese è stata una vigilessa che, colpita da un coccio di bottiglia, ha riportato un taglio profondo a una gamba. Il responsabile sarebbe un nord africano, successivamente fermato per aver opposto resistenza. L’insediamento, smantellato con delle ruspe, era composto da circa 60 tra roulotte e baracche. Oltre 200 persone tra rom, bengalesi e nord africani erano invece gli occupanti presenti nel campo.
Una baraccopoli che lo scorso febbraio aveva ricevuto a sorpresa una visita importante: Papa Francesco. Il presidente del Centro Astalli, padre Camillo Ripamonti, aveva parlato con il Pontefice di questo insediamento dove trovano alloggio molte comunità di profughi. Bergoglio aveva così deciso di visitare il campo, invitando le popolazioni alla pace e benedicendo l’insediamento tra abbracci, carezze, baci ai bimbi e foto.
Ora questo ghetto è stato smantellato. “Vivevano in duecento, di diverse nazionalità, in condizioni insopportabili per una città come la nostra dove nessuno dovrebbe vedersi privato della dignità personale – hanno detto Francesca Danese, assessore alle Politiche sociali e abitative di Roma Capitale ed Emiliano Sciascia, presidente del Municipio IV – La maggior parte di loro è solo di passaggio, una sessantina sono diventati stanziali”.
Anche la parrocchia di Santa Maria del Soccorso si sta aiutando per indicare una soluzione praticabile. Un primo gruppo di persone di origine eritrea, infatti, si è già trasferito in un centro per rifugiati. Ma adesso “è il momento di lavorare insieme all’Assessorato – spiega il presidente del Municipio IV – affinché si possano trovare soluzioni stabili per tutte le persone che ne hanno diritto”.
Alberto Gentile