“Se il Papa continua così tornerò alla Chiesa cattolica”. Raul Castro, in visita dal Pontefice, conferma con queste parole e con una finale stretta di mano la stima nei confronti di Francesco e i buoni rapporti tra Cuba e Vaticano, che verranno celebrati ulteriormente a settembre 2015, quando Bergoglio farà tappa nell’isola caraibica.
Un’ora è durato il colloquio, avvenuto in forma strettamente privata nello studio del Papa, al termine del quale Castro si è recato a Palazzo Chigi, per incontrare il premier Renzi. Immancabile il tweet del presidente del Consiglio, che ha commentato l’incontro con entusiasmo sulla sua pagina Facebook, elogiando il contributo di Papa Francesco nella mediazione dei rapporti tra Usa e Cuba e concludendo con uno spagnolo “Vamos!”.
Anche Castro, nella conferenza stampa al termine di entrambi gli incontri, ha speso parole di elogio nei confronti di Francesco: “Sono rimasto molto colpito dalla saggezza e modestia del Papa. Leggo tutti i suoi discorsi e a Renzi ho detto: ‘se il Papa continua così tornerò alla Chiesa cattolica’. Io sono del partito comunista che, da noi, non ha mai ammesso i credenti”. E ancora: “Ho ringraziato il Santo Padre per il suo contributo al riavvicinamento tra Cuba e gli Stati Uniti”. A questo proposito il presidente cubano si è detto in disaccordo sull’annessione del suo paese nella lista degli Stati che non rispettano i diritti umani, auspicando che, il 28 maggio, il Senato degli Stati Uniti revocherà la nomina: “Noi veniamo accusati di non rispettare i diritti umani. Ma chi li rispetta nel mondo? Da noi la salute è un diritto per tutti come l’istruzione. Noi riconosciamo di aver compiuto degli errori ma i diritti umani non devono essere strumentalizzati per mala-politica”.
Non è venuto a mani vuote Raul Castro, che ha donato al Papa una medaglia commemorativa dei 200 anni della cattedrale dell’Avana. “Di queste medaglie ce ne sono solo 25, e una è questa”, ha detto al Pontefice il presidente cubano. Inoltre ha donato un quadro fatto dall’artista cubano Kacho, presente nella delegazione, che raffigura una croce realizzata con barconi come quelli che trasportano i migranti e con davanti una persona inginocchiata a pregare: il quadro, hanno detto i rappresentanti cubani, realizzato espressamente per la visita, è ispirato al viaggio fatto nel luglio 2013 dal Papa a Lampedusa.
Il Pontefice, dal canto suo, ha ricambiato il gesto donando il Medaglione con San Martino. “Con questo mantello copre il povero – ha spiegato il Pontefice -. E’ un’intuizione di quello che dobbiamo fare: dobbiamo coprire la miseria della gente e poi promuoverla. Mi piace molto regalare questo, perché è un segno di buona volontà”. Oltre a ciò anche la sua esortazione apostolica Evangelii gaudium. “Questo è il testo dove ci sono alcune di quelle dichiarazioni che a lei piacciono”, ha spiegato al presidente cubano, sottolineando come nel documento ci sia “una parte religiosa e una parte sociale”.
Silvia Renda