HomeCronaca La continua beffa de l’Unità, tra debiti, pignoramenti e buchi neri

La continua beffa de l’Unità, tra debiti, pignoramenti e buchi neri

di Federico Capurso06 Maggio 2015
06 Maggio 2015

16eco2f01-redazione-unita-eidon-1069982-Da quando l’Unità ha sospeso le pubblicazioni, lo scorso 31 luglio, sulla redazione del quotidiano fondato da Antonio Gramsci si sono abbattute una serie di beffe che hanno minato il suo percorso verso il ritorno nelle edicole e, ancor di più, la credibilità del sistema editoriale italiano.
L’ultima, dopo la sparizione dell’ex editore Renato Soru, sprofondato nel buco nero della liquidazione societaria e riapparso all’improvviso nel Parlamento europeo, è stata “la grande fuga” dai debiti. Le cause giudiziarie perse, “civili” e quindi immediatamente esecutive, per un valore stimato intorno al mezzo milione di euro, stanno ricadendo interamente sui giornalisti e, soprattutto, sull’ex direttore Concita De Gregorio. Proprio De Gregorio ha visto suonare alla porta di casa alcuni mesi fa l’ufficiale giudiziario, con 40 pignoramenti da notificarle, per centinaia di migliaia di euro di debiti non pagati. Cause di cui lei dice di non aver mai saputo nulla e per le quali è riuscita finora a risarcire solo 150mila euro, riuscendo a rimandare l’esecuzione del pignoramento.
«Mi aspettavo che a pagare fosse Soru, l’editore che mi assunse, e il Pd che di fatto controllava il quotidiano» racconta De Gregorio «ma Soru è sparito, mentre il Pd renziano sostiene che il partito, in questa storia, non c’entra». Intanto in Parlamento si inizia a parlare della questione e l’Fnsi ha chiesto ieri che il governo intervenga istituendo un “fondo per la tutela della libera stampa”, in modo che i creditori non possano rifarsi direttamente su giornalisti ed ex-direttori, in attesa che anche dal Pd si levi qualche voce, e magari anche un “idoneo strumento legislativo”, come proposto dalla presidente della Camera Laura Boldrini.
E Matteo Renzi, invece, dal palco della festa dell’Unità a Bologna, domenica scorsa lanciava il nuovo progetto: «Stiamo vedendo con Cuperlo alcune idee bislacche per l’Unità che tornerà in edicola». Insomma, proporre a Gianni Cuperlo la direzione del quotidiano. Proposta gentilmente rimandata al mittente. Anche perché, nel frattempo, l’Unità è passata sotto il controllo del gruppo editoriale Guido Veneziani Periodici, che ha recentemente visto i suoi giornalisti proclamare uno sciopero a oltranza «dopo non aver ricevuto le tredicesime a gli ultimi tre stipendi». Veneziani però, almeno per l’Unità, ha promesso un accantonamento per pagare gli indennizzi del passato. Sperando che, almeno questa, non sia solo un’idea bislacca.

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