L’esotismo raffinato delle maschere della Turandot, il trionfo di colori e giochi di luce dell’Albero della Vita, il fumo delle Frecce Tricolori misto a quello dei lacrimogeni e delle bombe carta dei black bloc. Expo 2015 è anche questo: un puzzle di avvenimenti, iniziative e appuntamenti che accompagnano l’esposizione universale, a partire dal suo debutto in grande stile, sul palcoscenico di una Milano che, per i prossimi sei mesi, brandirà lo scettro di capitale mondiale del cibo, crocevia di un confronto globale sul tema dell’alimentazione. Spazzato via, a colpi di spugne e detersivi, lo scempio seminato, venerdì, dagli infiltrati nel corteo “no Expo” – protagonisti di una devastazione ai danni di semafori, vetrine, sportelli bancomat e del lancio di bottiglie e sassi contro le forze dell’ordine – i milanesi, spinti da un moto di orgoglio lanciato sui social network dall’hashtag del Comune, #Nessuno Tocchi Milano, si sono già rimboccati le maniche per difendere una festa che ha fatto registrare ben 400mila visite in soli due giorni.
Perché, nonostante la “guerriglia” scatenata in città da circa 20mila incappucciati, e che ha occupato anche le pagine della stampa estera – dal Financial Times al Guardian, da Le Monde a Der Spiegel – “festa” e “orgoglio” sono le parole che meglio descrivono l’apertura di un evento atteso da nove anni e che, tra polemiche, ritardi, tegole giudiziarie, ha fatto molto discutere.
Il messaggio di Renzi «Oggi è come se l’Italia abbracciasse il mondo. E il mondo abbraccia l’Italia, assaggia l’Italia» è stato il commento del premier Renzi intervenuto all’inaugurazione del primo maggio, rispondendo ai “gufi” e ai “professionisti del non ce la farete mai”. Il presidente del Consiglio ha anche ribadito che con Expo «inizia il domani del nostro Paese», facendo eco all’arrangiamento a sorpresa fatto dal coro dei Piccoli Cantori di Milano, che, al «siam pronti alla morte» dell’inno di Mameli, ha sostituito un beneaugurante «siam pronti alla vita», che ha fatto registrare, anche in questo caso, non poche obiezioni.
I protagonisti dell’inaugurazione di Expo C’era spazio per tutti nel corteo che venerdì scorso, alle 10 in punto, ha varcato gli ingressi di Expo alla volta dei padiglioni che accolgono 145 Paesi, estendendosi lungo i 110 ettari a nord ovest di Milano. Da Massimo D’Alema a Mariastella Gelmini, da Lupi a Delrio, da Armani ai cuochi stellati, da Aurelio De Laurentis al cardinale Gianfranco Ravasi, la lista dei grandi ospiti era ricca. Veline, industriali, ministri, banchieri e generali si son dati appuntamento per omaggiare, nonostante la pioggia, la kermesse Expo sul red carpet delle polemiche, srotolato tra i temi legati all’alimentazione e un evidente tripudio di mondanità. I grandi assenti sulla giostra di Expo erano solo Matteo Salvini e Silvio Berlusconi.
Il messaggio del Papa A ricordare una delle più alte missioni dell’esposizione di Milano è stato Papa Francesco, che, nel suo messaggio, ha definito Expo «un’occasione propizia per globalizzare la solidarietà». Bergoglio ha anche sottolineato come il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, debba anche essere accompagnato dalla «coscienza dei volti» di milioni di persone che oggi hanno fame, ma che non mangeranno in modo degno di un essere umano». «Vorrei – ha detto il Papa – che ogni persona che passerà a visitare l’ Expo, attraversando quei meravigliosi padiglioni, possa percepire la presenza di quei volti».
Venduti 11 milioni di biglietti Il commissario di Expo, Giuseppe Sala, dopo aver commentato gli episodi di violenza che hanno devastato Milano rovinando la festa di apertura, ha annunciato la vendita di 11 milioni di biglietti. Una notizia che assume ancor più il tono di vittoria perché giunge all’indomani del tentativo del gruppo di hacker di Anonymous di bloccare, per qualche ora, il sito di prevendita biglietti dell’esposizione universale.
Una città devastata Al momento, i postumi della grande cerimonia di apertura, oltre all’inaspettato afflusso di visitatori, sono i muri imbrattati, le vetrine rotte e la cenere di cassonetti e auto date alle fiamme da «quattro teppistelli figli di papà», come li ha definiti Renzi, 5 dei quali sono già stati arrestati per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. La festosa macchina Expo ha provocato, finora, feriti solo tra le forze dell’ordine: 11 i contusi lievi tra gli agenti. Ferita anche una ragazza di 24 anni, colpita non dalle manganellate, ma da una placca metallica del padiglione della Turchia, staccatasi dal rivestimento nel sito dell’Esposizione universale Milano 2015.
Samantha De Martin