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Terremoto in Nepal, continuano i salvataggi ma sale anche il bilancio dei morti

di Maria Lucia Panucci30 Aprile 2015
30 Aprile 2015

Death Toll Rises Following Powerful Earthquake In NepalDopo 5 giorni sotto le macerie del terremoto che sabato scorso ha devastato il Nepal, è stato salvato un ragazzo di quindici anni che era rimasto intrappolato tra due piani di un palazzo crollato nella capitale Kathmandu. Per tirarlo fuori un team dell’Usaid, affiancato da soccorsi nepalesi, ha lavorato tutta la notte. Il ragazzo è stato portato via in barella tra gli applausi della gente.
Anche Rishi Khanal è stato tratto in salvo dopo essere rimasto imprigionato sotto le macerie di un albergo per 82 ore. Al momento delle scosse il ragazzo di 27 anni si trovava al secondo piano di un hotel di Kathmandu. Con un piede intrappolato tra i massi, ha dovuto bere la sua urina per sopravvivere ” Ad un certo punto le mie unghie erano diventate bianche e le mie labbra cominciavano a screpolarsi – ha raccontato dal suo letto di ospedale – Pensavo di morire”. E invece Khanal non si è mai arreso. “Ero circondato da cadaveri – ha aggiunto – ma ho continuato a battere sulle macerie e alla fine qualcuno ha risposto al mio grido d’aiuto”.
Buone notizie anche per due donne che, secondo quanto ha riferito tramite Twitter il Centro nazionale operazioni di emergenza (Neoc) sono state estratte vive dalle macerie a Dadhikot, quartiere della capitale.
Intanto continua inesorabilmente a salire il numero delle vittime provocate dal sisma. È di 5.489 morti e 11.440 feriti il bilancio aggiornato dalla polizia locale secondo cui sono almeno 19 le persone morte per la frana verificatasi sull’Everest e 61 quelle che hanno perso la vita nel vicino Bangladesh. Fonti cinesi parlano invece di 25 deceduti in Tibet.
Continuano le polemiche e le tensioni per i ritardi nei soccorsi. Circa 200 persone hanno bloccato oggi il traffico a Kathmandu in segno di protesta contro la lentezza con cui vengono distribuiti gli aiuti alla popolazione. Sotto accusa è finito il governo nepalese per non aver fatto abbastanza per risollevare la situazione. I dimostranti si sono scontrati con la polizia ma non ci sono state nè ripercussioni né arresti. Sempre oggi, secondo quanto riferisce il sito online di “Repubblica”, gli sfollati del distretto di Dolakha hanno appiccato il fuoco agli uffici amministrativi, disperati per non aver ricevuto alcun tipo di assistenza o generi di prima necessità.
E non è tutto. Migliaia di persone stamattina hanno preso d’assalto le stazioni degli autobus a Kathmandu per tornare nelle loro villaggi di origine.

Maria Lucia Panucci

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