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Italicum, al via alla Camera la battaglia decisiva

di Alessandro Testa27 Aprile 2015
27 Aprile 2015

Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi (Pd)

E’ iniziata questa mattina alla Camera la discussione generale sulla nuova legge elettorale fortemente voluta dal governo Renzi, dopo la contestata approvazione in commissione la settimana scorsa. Il presidente del Consiglio ed il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi puntano ad un’approvazione senza modifiche del cosiddetto “Italicum”, ma la minoranza interna al partito democratico è pronta a dare battaglia insieme a tutte le opposizioni: Movimento Cinque Stelle, Forza Italia, Lega, Sel e Fratelli d’Italia.

La possibile fiducia. Pomo della discordia la possibile questione di fiducia che il governo potrebbe invocare sui quattro articoli della nuova legge, così da disinnescare gli 80 emendamenti su cui le opposizioni – Forza Italia lo ha già annunciato – potrebbero chiedere il voto segreto. In base al regolamento, in questo caso però il governo dovrebbe comunque affrontare il rischio dei “franchi tiratori” sul voto finale al provvedimento. Si comincerà nei prossimi giorni con l’esame delle “pregiudiziali di costituzionalità”, ma subito dopo non è escluso lo slittamento delle votazioni vere e proprie alla prossima settimana, quando il tempo per il dibattito sarà contingentato d’ufficio. Nettamente contrario alla fiducia il capogruppo democratico dimissionario, Roberto Speranza (vicino a Pier Luigi Bersani), secondo cui sarebbe «un atto di violenza contro il Parlamento».

Minoranza dem e opposizioni. Non potendo contare sull’appoggio del nuovo presidente della Repubblica Sergio Mattarella – che nelle scorse settimane ha più volte ricordato che le riforme «vanno portate a compimento» – le opposizioni puntano quindi sull’ostruzionismo e le imboscate parlamentari, ma anch’esse sono divise: il segretario della Lega Matteo Salvini, per esempio, ha già fatto sapere di «non essere particolarmente interessato alla questione, perché non è una priorità dei cittadini», mentre i Cinque Stelle sono «sempre contrari al voto segreto perché i deputati devono assumersi le proprie responsabilità». Possibile infine una scelta “aventiniana” di Forza Italia, dato che Berlusconi vorrebbe evitare che i deputati vicini al fiorentino Denis Verdini possano segretamente votare a favore del provvedimento. Ipotesi non del tutto peregrina, dato che nei giorni scorsi il premier-segretario democratico Matteo Renzi ha legato le sorti del governo (e quindi della legislatura) all’approvazione del provvedimento: la minaccia di possibili elezioni anticipate potrebbe infatti convincere a votare favorevolmente molti deputati a rischio rielezione, compresi diversi ex grillini.

L’Italicum. La nuova legge elettorale varrà soltanto per la Camera, a partire dalla prossima legislatura, ma in ogni caso non entrerà in vigore prima del 1° luglio 2016. Il testo approvato dal Senato prevede 100 collegi plurinominali, con un premio di maggioranza del 55% dei seggi alla lista – e non più alla coalizione – più votata se avrà ottenuto almeno il 40% dei voti. In caso contrario ci sarà un ballottaggio tra le prime due liste, che assegnerà il premio a quella più votata. Alle opposizioni i seggi saranno assegnati con un criterio proporzionale ed una soglia di sbarramento del 3%. Per tutti i partiti saranno eletti per primi i capilista, mentre gli eventuali altri deputati saranno eletti mediante il voto di preferenza: sulla scheda elettorale sarà infatti possibile scrivere due nomi, purché in rappresentanza di entrambi i generi.

Alessandro Testa

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