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La nascita di un mito chiamato Vespa

di Renato Paone24 Aprile 2015
24 Aprile 2015

Piaggio-Enrico1-638x425Veniva depositato 69 anni fa, il brevetto che avrebbe sancito la nascita di un mito: la Vespa, una «motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica», come si legge su una delle sue prime schede tecniche.
Questo colorato “insetto carenato” ronza ancora per le nostre città, sempre in perfetta forma e capace di sedurre una moltitudine di appassionati delle due ruote e non solo. Stando ai vari aneddoti, pare che il suo nome derivi dall’esclamazione dello stesso Enrico Piaggio, «sembra una vespa!», subito dopo aver visto per la prima volta la carrozzeria e sentito il caratteristico ronzio del motore del prototipo progettato dall’ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio, noto per essere stato l’inventore del primo elicottero moderno.
Fu con la fine della Seconda Guerra mondiale che avvenne la svolta, grazie a un’intuizione di Enrico, il figlio del fondatore: costruire un mezzo economico con cui fosse facile muoversi anche per chi non poteva permettersi un’auto. D’Ascanio, però, non amava le motociclette: le reputava scomode, ingombranti, con gomme troppo difficili da cambiare in caso di foratura e buone solo a sporcare il pilota e il passeggero, per via della catena di trasmissione scoperta. L’ingegnere applicò così tutta la sua esperienza aeronautica per trovare una soluzione ai suoi dilemmi. Per eliminare la catena immaginò un mezzo con scocca portante, a presa diretta; per rendere la guida più agevole pensò di posizionare il cambio sul manubrio; per facilitare la sostituzione delle ruote sostituì la forcella con un supporto laterale simile ai carrelli degli aerei. Infine, ideò una scocca carenata capace di proteggere il pilota, che poteva finalmente preservare l’abbigliamento da schizzi di fango.
Da lì a breve la consacrazione a oggetto di culto, al punto che ogni italiano cercò, nonostante le difficoltà economiche del post guerra, di acquistare una Vespa per lavoro, per muoversi liberamente in città, per svago o semplicemente per essere partecipe dell’orgoglio made in Italy. Nel 1946, il successo definitivo a livello mondiale con l’esposizione al Salone del ciclo e del motociclo di Milano. La storia dell’Italia su due ruote cambiò per sempre. Con 18 milioni di esemplari e più di 150 modelli realizzati, la Vespa è lo scooter più conosciuto al mondo.
Il gioiellino di Pontedera è cambiato negli anni, con numerosi restyling che l’hanno reso sempre più popolare, un simbolo del design italiano, ospite fisso nei musei di design, di arte moderna, di scienza, di tecnica e di trasporti di tutto il globo, fino a diventare l’ospite d’onore alla Triennale Design Museum di Milano e del MoMA di New York.
Oggi Vespa è un marchio globale, prodotta in tre siti industriali: nella casa base di Pontedera, la cui produzione è destinata all’Europa e i mercati occidentali, Americhe comprese; a Vinh Phuc, in Vietnam, che serve il mercato locale e i paesi del Far East, e che il 21 aprile 2015 ha festeggiato i 500.000 scooter sin ora prodotti; in India, nel moderno impianto di Baramati aperto ad aprile 2012, nel quale nascono le Vespa per il mercato indiano.

Renato Paone

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