Il 2017 sarà l’anno zero per la comunicazione telematica degli incassi degli esercizi commerciali. A stabilirlo è stato il Consiglio dei Ministri sui decreti fiscali. “Per tutte le società che effettuano cessioni di beni e servizi è prevista la possibilità di trasmettere telematicamente al fisco i dati degli incassi”. Si tratta di una svolta storica che sancisce il superamento dello scontrino a fini fiscali. Il ‘pezzo di carta’ non smetterà di essere stampato ma non avrà alcun valore fiscale, come già avviene in altri paesi europei come la Germania, ma potrà comunque valere come rimborso spese per coloro che ne avessero bisogno. Resta invece l’obbligo di fattura per la garanzia, oltre che per i clienti che la richiedano.
“La misura – e’ scritto nel comunicato diffuso dal Cdm – si rivolge a tutti i soggetti passivi Iva e introduce incentivi, in termini di riduzione degli adempimenti amministrativi e contabili, a vantaggio delle imprese che la utilizzano. Il provvedimento è in linea con l’impostazione dell’Ocse, secondo cui il fisco deve trasformarsi da verificatore ex post a soggetto che facilita gli adempimenti fiscali sfruttando le leve della tecnologia”.
I controlli inoltre potranno essere effettuati anche da remoto, riducendo così i costi per i contribuenti e aumentando il tempo a disposizione delle forze dell’ordine per la loro ordinaria attività.
Il tutto si riallaccia in questo modo all’annosa lotta all’evasione, che ogni anno ‘nasconde’ al Fisco italiano qualcosa come 150 miliardi di euro, più del 10% del Pil nazionale.
Una piaga da contrastare, ma con mezzi efficaci.
Stando all’ultimo rapporto della Guardia di Finanza, nel 2014 sono stati quasi 8mila gli evasori totali scoperti, cioè completamente sconosciuti allo Stato. Nello specifico inoltre è venuto fuori come nel 32,5% dei casi analizzati dalle Fiamme Gialle gli scontrini fossero irregolari. Si collega anche a questi dati la scelta della virata ‘telematica’ sulle cessioni di beni e servizi.
Mario Di Ciommo