“Non escludo, con l’apertura della commissione d’inchiesta, dei licenziamenti già da martedì”. È questo l’attacco del sindaco di Roma, Ignazio Marino, in seguito allo sciopero del trasporto pubblico locale che venerdì scorso ha messo in ginocchio Roma. Un’escalation di tensione che ha coinvolto pendolari e macchinisti delle metropolitane.
Centinaia di passeggeri esasperati, infatti, hanno occupato i vagoni di un convoglio della metro A che si era fermato perché il conducente aveva aderito allo sciopero. Gli utenti si sono rifiutati di scendere mentre dall’altoparlante venivano invitati a “evacuare i treni, le stazioni e le fermate”. La situazione, secondo alcune testimonianze si è fatta incandescente tanto che sono dovuti intervenire vigilantes e forze dell’ordine. Il convoglio è poi ripartito finendo la corsa, come previsto, al capolinea. Un episodio che continua a far discutere. I macchinisti sono stati accusati infatti di non aver rispettato gli orari di garanzia.
Intanto il primo cittadino della Capitale è deciso ad andare in fondo alla questione. “A Milano un macchinista della metro lavora oltre 1150 ore l’anno, a Roma solo 720 ore”, ha spiegato parlando del disservizio che ha spinto i passeggeri a inscenare una clamorosa protesta terminata con l’occupazione dei convogli. La questione sembra tutta lì, nella revisione della piattaforma sindacale che vorrebbe applicare l’azienda. Portare, cioè, i macchinisti da 736 ore annuali a 950. Una decisione che la “casta” degli autisti delle metropolitane non vuole accettare. Una categoria molto forte legata ai suoi privilegi con stipendi di circa 3mila euro al mese.
I macchinisti intanto si difendono dalle accuse di Marino. “Avevamo i semafori rossi” ha spiegato Micaela Quintavalle, l’autista Atac presidente del sindacato Cambia-Menti 410, aggiungendo che il macchinista non ha alcuna responsabilità. “C’era il segnale rosso, è stato chiamato dalla Dcp e si è dovuto fermare per una questione di sicurezza”. Anche l’Ugl, in sindacato che ha indetto lo sciopero garantisce che “se c’è stata una violazione è un qualcosa che non è stato né previsto né richiesto dal sindacato”. E rilancia annunciando a breve un altro sciopero.
Alberto Gentile