HomeCronaca Dopo il Laziogate, presto l’election day. Ma senza fretta

Dopo il Laziogate, presto l’election day. Ma senza fretta

di Sara Stefanini26 Settembre 2012
26 Settembre 2012

Era solo lunedì sera quando la ormai ex governatrice della regione Lazio, Renata Polverini aveva dato le tanto minacciate dimissioni. L’indomani mattina, per le strade di Roma, già si cominciavano a vedere manifesti stampati a tempo record con il suo volto e la ripetuta frase: «Questa gente la mando a casa io. Ora facciamo pulizia!».Elezioni. E ora già si parla di election day. La sinistra preme per farlo il più presto possibile, mentre la dimissionaria sarebbe invece orientata a far coincidere il voto delle comunali di Roma nella prossima primavera. Intanto, almeno per il momento, il ritorno al voto nel Lazio resta un rebus da risolvere.La Polverini si è incontrata mercoledì mattina al Viminale con la ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri che si è dichiarata possibilista ma con cautela. «Bisogna rifletterci, è ancora presto ma abbiamo tempo per ragionarci. La presidente Polverini dovrà indire le elezioni entro tre mesi, è ancora presto», ha dichiarato. Prima però, bisogna formalizzare le dimissioni che non sono ancora arrivate sulla scrivania del presidente dell’assemblea laziale Mario Abbruzzese. Stando ai tecnici della Pisana, una volta firmato il provvedimento,la Polverini avrebbe 90 giorni di tempo per emettere il decreto che indice le elezioni.

Alemanno, sì all’election day. Dopo gli scandali e la dimissione, anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno esprime il suo parere: «Non lo so quando andremo alle elezioni. Stiamo studiando le procedure perchè ci sono elezioni politiche comunali e regionali. Bisogna ragionarci su». E non boccia l’ipotesi di un unico giorno che accorpi il voto per la regione e per il comune di Roma.

In realtà, secondo la legge 98 della finanziaria del 2011, «le consultazioni elettorali per le elezioni dei sindaci, dei Presidenti delle province e delle regioni, dei Consigli comunali, provinciali e regionali, del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, si svolgono, compatibilmente con quanto previsto dai rispettivi ordinamenti, in un’unica data nell’arco dell’anno». Ma la prassi ha tempi lunghi: dopo le dimissioni di Piero Marrazzo, le elezioni furono indette con decreto il 26 gennaio 2010 e poi si tennero il 28 e 29 marzo 2010, quindi due mesi dopo.

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