Twitter sempre più strumento di informazione. Al punto da meritare un incontro di approfondimento al Festival del giornalismo di Perugia, un autentico vademecum per giornalisti. Livia Iacolare e Jérome Tomasini, rispettivamente rappresentanti di Twitter Italia e Twitter Francia, hanno illustrato le potenzialità del cinguettio. Numerosi i flash lanciati in rete con un tweet ma anche le storie raccontate a più riprese con i 140 caratteri.
La tragedia di Charlie Hebdo è un esempio della viralità del social. “Il primo tweet con l’hashtag ‘JeSuisCharlie – ha spiegato Livia Iacolare – è partito da Thierry Puget, un non giornalista, e ha fatto il giro del mondo, ripreso da media, vip e tante persone comuni. Più di 6000 tweet al minuto, per un totale di 288 milioni di utenti attivi ogni mese. La rete del social network americano è sempre più ampia e si rischia, dunque, di fare figuracce mondiali. “Fate attenzione! – avverte Tomasini – un tweet può rovinare una reputazione costruita in anni e anni di carriera”.
Non basta, però, avere le notizie giuste, bisogna anche accreditarsi presso gli utenti come una fonte autorevole. E questo si può fare solo con la costanza e qualche trucco empatico: “Siate umani, non intimi – consiglia Jérome Tomasini – e condividete anche gli articoli dei vostri colleghi, consigliandoli ai vostri follower, lo apprezzeranno”. Una lezione di umiltà, a volte, può stare anche in 140 caratteri.
Nino Fazio