La prima assoluta di Roberto Saviano al talent “Amici”, sabato scorso su Canale 5, è stata un successo per tutti. A partire dai dati Auditel: 5,5 milioni di spettatori e uno share del 25,78% che incorona la De Filippi regina del sabato sera. Merito anche delle polemiche che – come spesso accade – hanno preceduto l’evento. Già dalle prime indiscrezioni, gli utenti del web e gli addetti ai lavori si sono esercitati nella nobile arte della critica. Tutta acqua al mulino di Mediaset e della conduttrice, per giorni sulle pagine di tutti i giornali.
Per chi era abituato a vederlo sugli schermi di Rai3, ospite dell’amico Fabio Fazio, la delusione è cocente. L’accusa principale è di incoerenza e a nulla è servito l’argomento “alto” oggetto del suo monologo – i migranti e la tolleranza – né la citazione di Piero Calamandrei, padre della Costituzione. Il programma frivolo e l’abbondanza di ballerini e canzoni, almeno nell’immaginario comune, mal si sposano con il giornalismo di denuncia. A maggior ragione per un intellettuale di sinistra, più adatto a salotti tristi e sagre di paese.
E forse il cruccio di chi critica il giornalista campano è proprio l’uscita dal cerchio ristretto degli intellettuali e l’apertura a un pubblico altro, meno greve ma sicuramente più numeroso e, proprio per questo, più interessante da raggiungere. Pregiudizi a parte, la scelta di Saviano sembra azzeccata: è uscito dal suo habitat, lontano da pubblico e conduttore amici, ospite di una rete che appartiene al tanto criticato Berlusconi ma con gli stessi argomenti che lo hanno reso una grande firma del giornalismo e con lo stesso stile di sempre.
“Nel 2006 ha scritto Gomorra, dal 2006 vive sotto scorta”: la presentazione della conduttrice è secca, quasi a voler compensare l’eloquio dettagliato dell’ospite. Saviano precisa da subito il suo ruolo nella trasmissione, rispondendo indirettamente alle critiche piovutegli addosso: “Sicuramente sembra strano che sia qui. Cosa c’entro? Non canto, non ballo, scrivo, vengo da un altro percorso. In realtà sono convinto che sia il posto giusto”. L’obiettivo dell’autore di Gomorra, in realtà, sembra quello di mettere a suo agio, più che se stesso, il pubblico, elevato, dopo anni di frivolezze, a degno interlocutore: “Cerco sempre di parlare ai ragazzi – ha detto alla platea che lo ascoltava in silenzio – mi nutro dell’incontro con loro, vado nelle scuole, nelle università e questa in qualche modo è una scuola particolare e quindi sono contento e lo ritengo un privilegio potervi parlare.”
Se per il pubblico – in attesa di conoscere il concorrente eliminato – il privilegio sia stato anche reciproco, non è dato sapere. Di sicuro l’ospitata da “Maria la sanguinaria” – come apostrofata da “Dagospia” – è la risposta migliore, e forse definitiva, a chi lo accusa di snobismo.
Nino Fazio