Continua anche oggi lo sciopero delle firme al Sole-24 Ore, che coinvolge sia l’edizione cartacea che quella online. L’assemblea dei giornalisti del quotidiano della Confindustria ha deciso infatti di protestare per tre giorni contro la decisione del consiglio di amministrazione di aumentare lo stipendio ai sei massimi dirigenti dell’azienda.
La lettera del Cdr. «Cari lettori – esordisce il comunicato fatto pubblicare dal comitato di redazione – oggi non troverete le firme per difendere un principio importante: il riconoscimento del merito». Il problema, lamentano i colleghi del quotidiano economico, è che gli aumenti ai dirigenti sono «incoerenti» con la situazione economica del giornale, il cui bilancio è sì migliorato, ma rimane in passivo e «tecnicamente in stato di crisi dal 2010». In quattro anni l’azienda ha infatti perso oltre 180 milioni di euro, «mentre i compensi dell’amministratore delegato hanno registrato andamenti slegati dal risultato netto»
Mezzo milione all’ad. Nel mirino in particolare è finito quindi lo stipendio dell’ad Donatella Treu, salito a 578.462 euro all’anno (83mila in più rispetto allo scorso anno, con un incremento del 16,8%). Stipendi più bassi, ma stessa percentuale di aumento anche per i «cinque dirigenti apicali di aree strategiche». Il nuovo meccanismo contrattuale prevede infatti una riduzione della parte variabile dello stipendio, ma contestualmente aumenta la quota fissa della retribuzione.
Giornalisti penalizzati. «Da anni i giornalisti del Sole-24 Ore e gli altri mille dipendenti del gruppo – lamenta il Cdr – subiscono tagli alle retribuzioni costituiti da prepensionamenti e “contratti di solidarietà difensiva”». Eppure, protestano i colleghi, «ancora una volta le dinamiche retributive apicali nel giornale di cui Confindustria è azionista di riferimento seguono, sorprendentemente, regole anticicliche». Nei prossimi giorni i giornalisti del quotidiano economico potrebbero mettere in atto altre forme di protesta: in assenza di un ripensamento della dirigenza non si escludono infatti altri tre giorni di sciopero, questa volta “alla vecchia maniera”, senza giornale in edicola e senza aggiornamento del sito web.
Alessandro Testa