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“SMANTELLIAMO VIA DEI FORI IMPERIALI E UNIFICHIAMO GLI SCAVI” INTERVISTA ESCLUSIVA AD ADRIANO LA REGINA ex soprintendente alle antichità di Roma

di Domenico Cappelleri19 Marzo 2015
19 Marzo 2015

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«Smantellare la via voluta dal fascismo e riunire i fori romani come nell’antichità». L’ex soprintendente alle antichità di Roma, Adriano La Regina, torna di nuovo protagonista della battaglia che lo vide schierato, fra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, in favore del Progetto Fori imperiali: «La proposta è stata fatta, ora sta al Comune decidere o meno se accettarla».

La commissione del Mibact che si è riunita dall’agosto al dicembre dello scorso anno come si è espressa sullo smantellamento di via dei Fori?

«La commissione ministeriale ha valutato diverse proposte, le ipotesi più concrete sono due: La prima prevede la  sostituzione dell’attuale asse di via dei Fori con un ponte “leggero”, un viadotto che poggi su pilastri che non sfondino il livello archeologico ma si appoggino semplicemente sul suolo antico. Una soluzione non invasiva e non dannosa per gli scavi.
L’altra ipotesi non richiede la costruzione di nulla e vede l’utilizzo di via Alessandrina come strada principale. Tra l’altro la via era stata già concepita come un viadotto vero e proprio. La carreggiata poggia su una serie di arcate al momento chiuse che si possono aprire per mettere in collegamento i vecchi scavi del mercato di Traiano con i nuovi scavi del foro di Traiano eseguiti dove fino a pochi anni fa vi erano aree verdi».

Nel 2004 Massimiliano Fuksas aveva ripreso il progetto “viadotto” dell’architetto Benevolo e lo aveva proposto al sindaco Veltroni, perché non è successo nulla?

«All’epoca  l’interesse sulla realizzazione del progetto è andato pian piano scemando, nel frattempo sono andati avanti gli scavi in maniera confusa e casuale dando un senso di indeterminatezza a tutta l’area archeologica. Oggi vi sono una serie di grandi aree non contigue, non in comunicazione, incomprensibili».

Negli anni ’80 il sindaco Petroselli sembrava propenso allo smantellamento di via dei Fori, la sua morte improvvisa quanto ha inciso sulla mancata realizzazione del progetto?

«Petroselli aveva compreso il grande interesse di Roma agli occhi del mondo. Egli in quel periodo aveva favorito tutti i progetti che avevano come obiettivo la valorizzazione dei beni della Capitale. Si era adoperato per la realizzazione della riunione del Foro romano, smantellando la strada che stava in mezzo, comprendendo che i fumi delle automobili avrebbero danneggiato in maniera significativa il sito. Poi si era impegnato a riunire tutti i fori, cosa che alla fine non gli riuscì perché scomparve all’improvviso».

Ad oggi che possibilità ci sono che i fori vengano riuniti?

«Le possibilità dal punto di vista tecnico ci sono, il progetto c’è, si potrebbe iniziare a lavorare da domani. I costi non sarebbero elevatissimi ma rientrerebbero nella spesa di una normale attività archeologica. Ormai il grosso degli scavi è fatto, bisognerebbe passare alla saldatura del sito. E’ tempo che Roma scelga cosa vuole fare del proprio centro storico».

Come mai lei ha fatto “sua” la causa?

«Occupandomi della conservazione e del potenziamento del patrimonio artistico era uno dei miei doveri sostenere questa causa. All’epoca era una questione di fondamentale importanza: l’inquinamento ambientale di Via dei Fori aveva iniziato a danneggiare seriamente la colonna di Traiano, l’arco di Settimio Severo, l’arco di Tito e l’arco di Costantino. Una mole di rilievo storico e di scultura antica che non ha pari al mondo.
La soluzione del problema stava nell’eliminazione delle cause, ovvero la diminuzione dell’inquinamento atmosferico nella zona. Oggi è stato risolto il problema del danneggiamento diretto da parte dell’inquinamento, per ottenere questo, è stata abolita la funzione stradale di Via dei Fori. A questo punto la strada a cosa serve? E’ ora di unificare gli scavi».

Domenico Cappelleri

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