Si è spento a 88 anni a Terni Gustavo Selva, giornalista e uomo politico imolese che aveva fatto dell’anticomunismo un punto fermo della sua carriera politica e professionale. Da direttore del Gr2 aveva guadagnato il soprannome di “Radiobelva” per gli editoriali dalle tinte particolarmente accese contro il “pericolo rosso”. Soprannome che Selva stesso accettò volentieri: “Sostengo le mie idee con la forza di una belva che non sbrana, ma azzanna feroce gli argomenti”.
L’ottantottenne imolese aveva iniziato la carriera politica con la Democrazia Cristiana, con la quale venne eletto al parlamento europeo nel ’79 per poi passare ad Alleanza Nazionale, dove conservò i suoi ideali liberali, scontrandosi più volte con l’area del partito più vicina alla storia missina. Nel ’94 si schierò con il Popolo delle Libertà, nel gruppo di An, fece parte della Commissione Bicamerale per le Riforme Costituzionali e fu presidente della Commissione Affari Esteri. Nel 2007 fu costretto a lasciare il partito a causa di una condanna a sei mesi per truffa aggravata ai danni dello Stato: aveva usato un’ambulanza in una Roma bloccata dalla visita di Bush per arrivare in orario ad un dibattito televisivo su La7.
Da Imola mosse i primi passi da giornalista, capo della redazione triveneta dell’Avvenire d’Italia arrivò a Roma appena trentenne come cronista parlamentare per i giornali cattolici e per l’Agi. Entrò in Rai, dove fu prima corrispondente da Bruxelles, Vienna e Bonn e poi, dal 1975 al 1981, direttore del Giornale Radio2, da quale venne rimosso quando il suo nome comparve nella lista della P2 e mandato in “esilio” a Rai Corporation e alla direzione del Gazzettino di Venezia, dall’83 all’84. Era lontano dalla scena da alcuni anni, e dal 2008 si era trasferito a Terni a causa di una malattia per vivere con la seconda moglie, una farmacista umbra sposata nel 2012 ad 86 anni.
Cesare Bifulco