L’Iraq avanza e l’Isis arretra. Le forze di sicurezza irachene e le milizie sciite, infatti, hanno ripreso il controllo di gran parte di Tikrit, la città natale di Saddam Hussein finita nelle mani dell’Isis il 14 giugno dello scorso anno.
L’azione, nata dopo la conquista di una serie di villaggi e aree nelle zone limitrofe, è stata avviata da nord e sud e procede a rilento per la presenza di ordigni e bombe situati ai lati delle strade. I combattenti stranieri sarebbero già in fuga, mentre gli uomini dell’Isis avrebbero cominciato a infierire sulla popolazione civile non coinvolta nel conflitto, al fine di evitare che qualcuno si unisca al nemico. Molte famiglie, infatti, avrebbero partecipato attivamente alla liberazione delle aree circostanti.
La riconquista di Tikrit è doppiamente importante per gli iracheni. Da una parte la vittoria galvanizzerebbe gli animi in vista del prossimo grande obiettivo: l’offensiva a Mosul. Dall’altra è un vero e proprio test sulle capacità operative raggiunte dall’esercito dopo l’avvio dei programmi di addestramento internazionali. Per questo l’esito dell’operazione determinerà quelli che saranno i tempi per l’offensiva di primavera, che avverrà presumibilmente ad aprile o a maggio. In quel caso, però, a differenza di quanto sta avvenendo per la città di Tikrit non ci sarà l’appoggio dei militari iraniani.
Il Parlamento britannico, intanto, ha varato oggi una nuova legislazione per fermare i “foreign fighters” che partono per unirsi alle milizie dell’Is. Tra le principali novità, la possibilità di ritirare il passaporto ai soggetti di cui si sospetta l’intenzione di lasciare il Regno Unito per arruolarsi nell’esercito dello stato islamico, al quale si aggiungono anche sanzioni per le compagnie aeree che non daranno le informazioni richieste alle autorità. Ad oggi sarebbero infatti circa settecento di cui 320 tornati in Gran Bretagna i cittadini partiti per diventare membri dell’esercito estremista.
L’orrore dell’Isis, però, continua. Proprio ieri lo Stato Islamico ha pubblicato un video nel quale si vede un bambino, in tuta mimetica e a volto scoperto, uccidere una presunta spia israeliana, Mohammad Ismail. L’uomo sarebbe un palestinese accusato dall’Is di lavorare per “il Mossad israeliano”,agenzia di intelligence dello Stato di Israele. Il filmato è stato diffuso dal “Site”, il portale che monitora i siti jihadisti nel web. Si attende ancora il vaglio degli esperti in merito alla veridicità delle immagini. La galleria degli orrori online, dunque, si arricchisce di un ulteriore elemento.
Alberto Gentile