Sacerdoti e seminaristi torneranno in campo all’ombra del Cupolone. È tutto pronto per il calcio d’inizio della nona edizione della Clericus Cup, il Mondiale di calcio della Chiesa. Saranno 16 le squadre partecipanti che cercheranno di conquistare la coppa, una scultura con un pallone posato sugli scarpini da calciatore e sovrastato dal classico copricapo dei preti. Al momento il trofeo è custodito dai seminaristi del Collegio Urbano, campioni in carica che l’hanno conservato per un anno all’interno della Pontificia Università Urbaniana, sul colle del Gianicolo.
L’evento è stato presentato ieri in conferenza stampa da don Alessio Albertini, consulente ecclesiastico nazionale del Centro sportivo italiano (Csi) che ha spiegato: “Un prete sta nello sport perché lì ci sono gli uomini concreti, e dove c’è un uomo c’è anche Gesù”. Monsignor Melchor Sánchez de Toca, sottosegretario del Pontificio Consiglio della cultura e incaricato del dipartimento Cultura e sport del dicastero, invece, ha sottolineato l’importanza dell’educatore sportivo, che per i ragazzi “è figura di riferimento a volte più importante dei genitori e degli insegnanti, ma spesso trascurata”.
Un avvenimento che piace molto a un grande appassionato di calcio come Papa Francesco che ha abbracciato con piacere questa iniziativa: “Mi avete nominato vostro capitano e vi ringrazio. Da capitano vi sprono allora a non chiudervi in difesa, ma a venire in attacco, a giocare insieme la nostra partita, che è quella del Vangelo”. La Clericus vedrà in campo 382 atleti di 67 Paesi dei cinque continenti, che avranno sulla loro maglia proprio la frase del pontefice.
Solo qualche piccola modifica, però, rispetto al regolamento del calcio internazionale: partite in due tempi di 30 minuti ciascuno, possibilità di 5 sostituzioni e il curioso cartellino azzurro per una espulsione a tempo della durata di 5 minuti.
In attesa della finale del 27 maggio, la prima sfida vedrà di fronte i campioni uscenti contro il Psg, sigla che non sta per Paris Saint Germain, squadra di calcio che milita nella massima competizione francese, ma più umilmente per il Pontificio Seminario Gallico.
Alberto Gentile