Chiedevano mazzette per chiudere un occhio su alcuni cantieri in zona Boccea in cui si commettevano abusi edilizi. Per questo sono state arrestate quattro persone dai finanziari del Comando unità speciali di Roma con l’accusa di corruzione.
Dall’inizio dell’anno l’inchiesta “Vitruvio” disposta dall’autorità Giudiziaria capitolina ha prodotto misure cautelari per 39 soggetti e il sequestro di beni per un importo superiore a 800 mila euro di cui 110 mila euro in denaro contante. Fra gli arrestati funzionari pubblici, liberi professionisti e imprenditori. Gli inquirenti sono certi che il malaffare nel settore delle costruzioni residenziali nella capitale faccia parte di un sistema di proporzioni sempre più ampie. Infatti i magistrati che si occupano dell’inchiesta sarebbero pronti ad aprire ulteriori filoni d’indagine
I due funzionari (in servizio all’ufficio tecnico del XIV Municipio e al IX dipartimento) e l’agente della polizia locale del XIII Municipio addetto ai controlli in materia edilizia e urbanistica, avrebbero intascato mazzette per evitare di contestare numerose irregolarità . I tecnici comunali arrestati si sarebbero occupati delle pratiche edilizie per il rilascio delle licenze. Il vigile urbano di Roma Capitale invece avrebbe preteso dall’imprenditore che doveva edificare una serie di villette a schiera ben mille euro a immobile per evitare sanzioni.
Secondo gli inquirenti si tratterebbe di accordi illeciti tra imprenditori e funzionari pubblici che in cambio di denaro avrebbero nascosto atti o in alcuni casi addirittura suggerito le modifiche sulle carte per far ottenere al costruttore il più alto vantaggio economico. Nell’ordinanza del gip Anna Maria Gavoni si descrive un «un fenomeno corruttivo radicato all’interno degli uffici tecnici del Comune destinato a espandersi se non debitamente interrotto».
Emanuele Bianchi