Il peggio è passato, ma non cantiamo vittoria troppo presto: gli esperti sono concordi nel ritenere passato il picco dell’influenza stagionale, la cosiddetta “Suina”, causata dal ceppo H1N1. Una variante temibile, denominata “Svizzera”, potrebbe però essere in arrivo e tenerci una poco gradita compagnia per tutto il mese di marzo. Il ceppo virale di quest’anno è stato più aggressivo del previsto e ha messo ko quasi cinque milioni di italiani, 390 mila solo la scorsa settimana, soprattutto nelle Marche, in Basilicata, Sardegna, Lazio, Campania, Piemonte ed Emilia Romagna. Secondo l’ultimo bollettino della rete Influnet, coordinata dal ministero della Salute, i più esposti sono stati i bambini fino ai 4 anni, contagiati in 13,45 casi su mille. Nella fascia tra 5 e 14 anni l’incidenza è pari a 11,08 casi ogni mille assistiti, tra 15 e 64 a 5,99, mentre per gli over 65 anni si scende a 2,82 casi ogni mille assistiti. Sono le percentuali più alte degli ultimi 5 anni e si spiegano anche con il calo drastico, fino al 30%, dei vaccini somministrati.
Ed è proprio la mancanza di un vaccino adeguato a coprire il nuovo virus H3N2 a consigliare di stare in guardia anche nei confronti della “Svizzera”. Le precauzioni sono sempre le solite: evitare se possibile i luoghi chiusi troppo affollati, lavarsi spesso le mani (soprattutto prima di portarle a naso e bocca), arieggiare le stanze. E chi, nonostante tutto, si ritrova a letto con la febbre, i medici consigliano cibi leggeri e vitaminici, tanti liquidi per contrastare la disidratazione e niente abuso di farmaci. Gli antibiotici non servono a nulla contro l’influenza, basta al più del paracetamolo per abbassare la febbre, se questa supera i 38°.
Anna Bigano