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I sorrisi di Grillo al Quirinale: «Il presidente Mattarella è proprio simpatico»

di Alessandro Testa27 Febbraio 2015
27 Febbraio 2015

Grillo e delegazione M5S al QurinaleContinua il disgelo tra il Movimento Cinque Stelle e il colle più alto della politica italiana. Dopo l’invito (rifiutato con cortesia) ad assistere al suo giuramento, ieri il nuovo presidente della Repubblica ha ricevuto al Quirinale Beppe Grillo insieme a una piccola delegazione. Il colloquio è stato definito «cordiale e costruttivo» da ambo le parti, che si augurano «altri incontri» in futuro.

La giovanissima militante. Ad accompagnare il fondatore del movimento nello studio del presidente – da lui definito «simpatico» – c’erano il fedelissimo “ideologo” Gianroberto Casaleggio e la diciottenne siciliana Maria Teresa Furina, la più giovane attivista pentastellata. E’ invece rimasto fuori dalla porta il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, mentre sono stati completamente esclusi dalla delegazione, non senza qualche malumore, i gruppi parlamentari.

L’appello all’«arbitro». Grillo e Casaleggio hanno consegnato al Capo dello Stato un documento scritto in cui chiedono «la salvaguardia formale e sostanziale della nostra Carta costituzionale», inficiata dall’abuso di procedure parlamentari d’urgenza – decreti legge, voti di fiducia, maxiemendamenti – da parte del Governo. E’ verosimile che Mattarella abbia assicurato loro un suo convinto impegno alla vigilanza, dato che lui stesso aveva sollevato il tema durante il discorso di insediamento. Il Movimento Cinque Stelle ha chiesto al presidente della Repubblica anche di utilizzare maggiormente il potere di rinvio alle Camere delle leggi (previsto dall’articolo 74 della Costituzione), di sostenere la lotta alla mafia e alla corruzione, di tutelare l’indipendenza della magistratura, e di esercitare la propria influenza a sostegno delle storiche battaglie grilline per la revoca del vitalizio agli ex parlamentari condannati in via definitiva e l’introduzione del reddito minimo di cittadinanza.

Il nuovo corso. Dimenticati gli scontri dei mesi scorsi con Giorgio Napolitano (che l’ex comico aveva ribattezzato polemicamente “Napisan”), il disgelo tra Grillo e il Quirinale è cominciato subito dopo l’elezione di Sergio Mattarella, nonostante il Movimento Cinque Stelle non abbia fatto parte della maggioranza amplissima che lo ha votato. Nelle prossime settimane vedremo se questi primi segnali porteranno ad una maggiore “costituzionalizzazione” dell’opposizione pentastellata oppure se i toni torneranno ad accendersi in seguito alla probabile controfirma di Mattarella alle riforme renziane – dalla nuova legge elettorale al “jobs act” – maggiormente avversate dal partito di Grillo.

Alessandro Testa

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