Dopo le minacce, sempre più incalzanti, dell’Isis verso l’Italia e in particolar modo Roma, il Vaticano ha alzato notevolmente il livello di sorveglianza. Prima gli avvertimenti risalenti a sabato scorso: “Con le mani sul grilletto, stiamo arrivando a Roma”, poi le intimidazioni tramite Twitter e, infine, le due foto che raffigurano miliziani armati vicino a simboli del bel paese, hanno rappresentato l’ennesimo campanello di allarme. Anche se, non in poche occasioni, gli italiani ma, soprattutto, i Romani, hanno ironizzato sull’eventuale avanzata dello Stato Islamico.
“Siamo pronti a intervenire per difendere il Papa dall’Isis, il nostro compito è la sicurezza e siamo ben organizzati – ha dichiarato a “Il Giornale” il Colonnello Christoph Graf, nuovo comandante della Guardia Svizzera Pontificia – ciò che è successo a Parigi può succedere anche qui in Vaticano e non si può prevedere se non con un servizio di intelligence che ha informazioni precise”.
L’Italia invece, secondo quanto si apprende dal sito congedatifolgore.com – quotidiano della Brigata paracadutisti Folgore – sarebbe pronta a guidare in Libia una coalizione di paesi dell’area europea e dell’Africa del Nord per contrastare l’avanzata del Califfato, ormai considerato a soli 350 km dalle nostre coste. Nella missione sarebbe previsto l’impiego di truppe di terra con un ruolo fondamentale affidato proprio ai paracadutisti della Folgore. A partecipare anche una robusta componente di forze speciali sotto il comando dei carabinieri del Tuscania, un’ aliquota di fucilieri di Marina del San Marco e alcune unità navali.
Intanto secondo gli 007 e l’antiterrorismo italiano siamo davanti ad una vera e propria “campagna di guerra psicologica”, questo susseguirsi di minacce e intimidazioni potrebbe essere utilizzate per rendere ancora più complesso lo studio dei movimenti dei guerriglieri. Intanto resta massima l’attenzione sul pericolo dei “lupi solitari”, imprevedibili e difficili da identificare.
Cecilia Greco