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Quel bollo non uguale per tutti: le auto straniere esentasse

di Stelio Fergola24 Febbraio 2015
24 Febbraio 2015

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Un fenomeno in continua escalation negli ultimi anni, quello delle targhe automobilistiche straniere che, in Italia e protette dalla legge attuale, non pagano le tasse, le assicurazioni e le multe. A sostenerlo sono Ce-Siss (Centro studi indipendente sulla sicurezza stradale) ed Ego-Vai-Q, associazione che da anni si occupa di statistiche sul mondo dell’auto. La furbizia è dietro l’angolo, ed ecco che sono in aumento anche le immatricolazioni di veicoli acquistati da cittadini italiani ma registrati all’estero.
Un eden di evasione fiscale che ha varie sedi: fino a qualche tempo fa era la Romania, negli ultimi tempi la terra promessa pare invece sia diventata bulgara. Un Paese che chiede premi assicurativi molto bassi e nessun pagamento del bollo. I furbi usano ogni mezzo per innescare questo circolo vizioso, anche rivolgendosi a dei prestanome che, per pochi soldi, concedono le proprie generalità per l’immatricolazione.
Il punto focale della questione è nell’articolo 132 del codice della strada, che autorizza “i possessori di autoveicoli con targa estera a circolare in Italia per la durata massima di un anno dalla data di immatricolazione, attestata sul certificato dello Stato di origine”. E poi? L’obbligo di registrare il veicolo negli elenchi della Motorizzazione. Ma, in caso contrario, le multe che scattano sono sempre troppo deboli, dagli 80 ai 318 euro. Cifre decisamente basse, in buona metà dei casi inferiori ai costi medi di un bollo auto, attualmente intorno ai 150 euro. Verrebbe da chiedersi se sia tutto qui. No, perché neanche le misure di revoca o sospensione della patente, previste nei casi più gravi, sono escluse se il veicolo ha una targa straniera, a meno che non ci sia una contestazione immediata dell’infrazione. C’è una differenza teorica tra polizia stradale e municipale: se è la prima ad infliggere la sanzione, almeno teoricamente dovrebbe essere in grado di raggiungere l’indirizzo del proprietario (reale o fittizio) del veicolo all’estero. Circostanza del tutto vana se la multa viene inflitta dalla polizia municipale, che non è tecnicamente in grado di comunicare con tutti gli Stati, il che, senza recapiti precisi del destinatario, rende praticamente impossibile rintracciarlo.
Il risultato è che sostanzialmente in Italia le targhe straniere circolano esentasse: con tutti gli inconvenienti che esso comporta per le casse delle Regioni e dei Comuni, alle quali non pervengono né i proventi del bollo né delle sanzioni amministrative.

Stelio Fergola

 

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