In Italia sono più di 15 milioni le persone povere che non ce la fanno neppure a pagare le bollette. L’allarmante fotografia è scattata dalla Caritas nel Rapporto Europa sull’impatto della crisi e dall’Istat nel documento “Noi Italia”, entrambi riferiti al 2013.
In particolare il 23,4% delle famiglie vive in situazione di disagio economico tanto da non potersi permettere nemmeno una lavatrice, un televisore a colori, un telefono o un’automobile. Addirittura la metà della popolazione italiana, il 50,4%, è costretta anche a rinunciare alle vacanze. Le situazioni più critiche si registrano nel Meridione, soprattutto in Sicilia, Puglia e Calabria. In cinque anni gli interventi di sostegno sono raddoppiati. Rispetto ai contributi erogati con il “fondo straordinario anticrisi” attivato nel 2013 da Caritas, il 39,6% delle risorse sono state utilizzate per integrare il reddito delle famiglie mentre ben il 32% è stato impiegato per l’acquisto di beni di prima necessità.
Gli italiani non solo hanno i portafogli vuoti ma sembrano anche molto sfiduciati riguardo al futuro. Sono tre milioni le persone che non cercano più lavoro, ben il 46,4%. Un dato preoccupante molto al di sopra della media dell’Unione Europea il cui tasso si attesta invece al 14,1%. Per non parlare poi della disoccupazione che nel nostro paese non molla la presa: nel 2013 il tasso ha proseguito la sua crescita toccando il 12,2, l’1,5 punti percentuali in più rispetto al 2012, raggiungendo così il livello più elevato dal 1977. Ma è quella di lunga durata, cioè la disoccupazione che si protrae per più diun anno, a registrare la performance peggiore: la sua incidenza è passata dal 52,5 % del 2012 al 56,4 % nel 2013, il livello più alto raggiunto nell’ultimo decennio. A preoccupare sono soprattutto i giovani. Uno su quattro, tra i 15 e i 29 anni non studia né lavora. I Neet italiani sono il triplo di quelli presenti in Germania e quasi il doppio dei francesi. Peggio di noi fa solo la Grecia. L’allarme povertà non riguarda però solo l’Italia. Gli altri paesi dell’Ue, definiti deboli nel Rapporto della Caritas sono Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Cipro e Romania dove si registra il valore più alto: le persone povere raggiungono il 40,4%.
Maria Lucia Panucci