Continua l’avanzata dello Stato islamico in Libia. Questa mattina mentre a Washington leader politici, esponenti di onlus e autorità religiose di 65 paesi discutono al vertice mondiale sull’antiestremismo, i miliziani dell’Is dopo aver occupato una radio locale hanno annunciato il coprifuoco a Sirte a partire dalle otto di questa sera dopo la preghiera dell’Isha. La città portuale a circa 500 chilometri ad est di Tripoli è sotto assedio da giorni e secondo i media egiziani e la rete televisiva al-Arabiya, è sotto “il completo controllo” dei jihadisti, che ormai hanno conquistato tutti gli edifici pubblici e le università.
L’ufficiale della Camera delle operazioni militari, Mohammed al-Turki, ha reso noto che alle porte di Sirte sono spiegati 2800 militari e 100 veicoli della “Brigata 166” in attesa che i militanti dell’Is si arrendano per “evitare vittime civili”. Mentre da Tobruk Abdullah al-Thani, premier libico riconosciuto dalla comunità internazionale, ha avvertito preoccupato che gruppi collegati all’Is “continuano a diffondersi e a prendere nuove aree” del Paese.
Thani ha inoltre accusato il Parlamento a guida islamica con sede a Tripoli, ritenuto illegittimo dalla comunità internazionale ma parte attiva nel conflitto, di “non volere il dialogo” con l’Onu per la pacificazione della Libia. Intanto non si ferma l’esodo di cittadini egiziani dal paese in guerra. Migliaia di profughi sono bloccati sul confine tunisino al valico di Ras Jedir, e solo ieri più di 600 egiziani sono riusciti a scappare e trovare asili in Algeria.
Cesare Bifulco