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Ucraina, la tregua vacilla sotto i colpi di mortaio e Minsk è sempre più lontana

di Federico Capurso16 Febbraio 2015
16 Febbraio 2015

Crisis in Ukraine

Il ghiaccio su cui poggia la tregua in Ucraina è sempre più sottile. Tra Kiev e i filorussi, nonostante gli accordi di Minsk siglati la scorsa settimana, continuano le prove muscolari, di forza, da parte di entrambe le fazioni. E intanto, sulle città delle regioni orientali, prosegue la pioggia di missili Grad e di colpi di mortaio.

Cinque soldati ucraini uccisi e venticinque feriti dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, nella notte di sabato, riferisce il governo di Kiev, che poi accusa: «Abbiamo subito 112 attacchi nelle ultime 24 ore da parte dei terroristi di Donetsk e Lugansk».

Sul fronte opposto, Eduard Basurin del ministero della Difesa dei separatisti di Donetsk risponde mettendo in evidenza «le 27 violazioni del regime di cessate-il-fuoco registrate nelle ultime 24 ore, con bombardamenti da parte delle forze governative su Dokuchaievsk, Donetsk e Gorlivka».

E se la tregua vacilla, l’accordo di ritirare l’artiglieria pesante da entrambe le parti, siglato sempre nella capitale bielorussa, non è neanche stato preso in considerazione. Kiev dichiara di non poterne fare a meno, i separatisti invece spiegano che adesso «non ci sono le condizioni» e che un ritiro sarebbe possibile solo a fronte di un effettivo «rispetto degli accordi di Misnk».

Insomma, un cul-de-sac nel quale rischia di entrare, più pericolosamente, anche la diplomazia internazionale. Mosca avverte che risponderà «in modo appropriato» alle nuove sanzioni europee, adottate malgrado l’accordo raggiunto a Minsk dal Cremlino con Angela Merkel e Francois Hollande. Nuove misure che colpiscono anche due viceministri russi della Difesa e che il ministero degli Esteri moscovita oggi definisce «inconsistenti e illogiche».

«Queste decisioni saranno seguite da appropriata risposta», si legge in una nota del ministero degli Esteri, che punta il dito contro la decisione di procedere con l’ampliamento della black list: «Ogni volta che appare una speranza di soluzione alla crisi in Ucraina, l’Ue si affretta a introdurre nuove restrizioni nei confronti della Russia».

La risposta del Cremlino arriva dal mar Nero, dove la Marina militare russa ha dato il via alle esercitazioni. L’agenzia Interfax riferisce che la fregata Ladny e la Yamal della Flotta del mar Nero, si sono «esercitate con tiri di artiglieria su bersagli in acqua e di tipo aereo». Nella parte orientale del Mediterraneo invece, prosegue la nota pubblicata da Interfax, si stanno esercitando con tiri d’artiglieria alcune navi russe della Flotta del Nord e del Baltico.

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