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Festival di Roma/2. “Trash”, la favola nelle favelas brasiliane raccontata da Stephen Daldry 

di Corinna Spirito18 Ottobre 2014
18 Ottobre 2014

trash

Tre star molto amate hanno calcato oggi il red carpet dell’Auditorium Parco della Musica per presentare “Trash”: l’attrice Rooney Mara (“Millenium – Uomini che odiano le donne”), il regista Stephen Daldry (“Billy Elliott”) e lo sceneggiatore Richard Curtis (“Notting Hill”, “Love actually”).

Tratto dall’omonimo romanzo del 2010 di Andy Mulligan, la pellicola racconta l’avventura di tre ragazzini brasiliani che si trovano tra le mani un portafoglio, per cui la polizia è pronta ad uccidere. Da subito Rafael, Gardo e Rato capiscono che dietro c’è qualcosa di misterioso e rischiano le loro stesse vite per scoprire il segreto dietro quel oggetto, convinti che sia la cosa giusta da fare.

L’idea di portare questa storia sul grande schermo è partita dal produttore Eric Fellner, dopo aver letto il libro. Ha subito capito che c’erano delle ottime potenzialità cinematografiche e ha proposto il progetto a Stephen Daldry, che ha accettato con entusiasmo. I sopralluoghi sono iniziati circa quattro anni fa, in Brasile: alla squadra è apparso chiaro che le favelas erano l’ambientazione giusta per “Trash” e così hanno rinunciato a girare anche in India e Filippine, come nel libro. Tutti gli aspetti di violenza e corruzione presentati dalla pellicola sono presenti nella realtà brasiliana che Daldry ha toccato con mano durante le sue ricerche nel Paese e che tantissimi film e documentari riportano. È anche vero però l’ottimismo e la speranza che vive nelle aree più povere del Brasile e a cui viene dato corpo in “Trash” attraverso i personaggi dei ragazzi.

“Questo è un film sul coraggio e sulla forza di combattere per ciò in cui si crede. È una storia di amicizia, lealtà e giustizia”: questa la descrizione di Stephen Daldry del suo film. A chi gli chiede se “Trash” potrà aspirare ad accendere i riflettori sulla realtà della politica corrotta brasiliana e sulle elezioni del prossimo presidente, il regista non esita a dire che il suo film “non ha la pretesa di cambiare il mondo”. “Certo, sono felice se può aiutare a riflettere sulla situazione che c’è in Brasile, sulla distanza abissale che esiste tra il modo in cui vivono i nostri figli e quello in cui vivono i bambini delle favelas; ma il mio film è nato per essere una favola, è, prima di tutto, una favola”: ha continuato poi.

La conferenza è stata chiusa dall’arrivo dei tre ragazzi esordienti che hanno interpretato Rafael, Gardo e Rato. Per partecipare al Festival Internazionale del Film di Roma i tre hanno lasciato per la prima volta il Brasile: emozionati, ma anche visibilmente divertiti dalla loro personale avventura hanno raccontato le loro sensazioni. Eduardo Luis, che interpreta Gardo, ha confessato in portoghese, dando voce anche ai pensieri dei due colleghi e amici: “Sono veramente molto felice di quest’esperienza. Non mi sembra vero. Mi sembrava assurdo quando mi sono visto per la prima volta nel film, mi sembra assurdo ora che sono qui a parlare davanti a voi. Non credo che avrei mai avuto la possibilità di vedere il Colosseo se Daldry non mi avesse dato l’occasione di girare ‘Trash’”.

Corinna Spirito

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