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Legge di stabilità. Vale 36 miliardi, di cui 18 per abbassare le tasse

di Nicola Maria Stacchietti16 Ottobre 2014
16 Ottobre 2014

renzi
Il Consiglio dei ministri ha approvato la legge di stabilità per l’anno 2015: vale 36 miliardi, di cui 18 impegnati per abbassare le tasse. Le coperture, secondo il ministro Padoan, sarebbero solide: “Anche se le regioni dovessero aumentare il loro prelievo, c’è sempre un appostamento di risorse a fronte di un aumento del prelievo. E poi saranno i cittadini a giudicare”, ha commentato Padoan.
Sono state cancellate le clausole di salvaguardia volute dal governo Letta, ma è possibile che all’approvazione in parlamento vengano inserite comunque altre clausole: secondo l’opposizione iva, benzina e magari imposte di bollo sarebbero pronte al rialzo, come ha sottolineato Brunetta a Rainews. Soprattutto perché la legge di stabilità prevede di voci di entrate affatto sicure come la lotta all’evasione e la spending review
Il Cdm ha infatti stabilito che dei 36 miliardi, 3,8 devono provenire dalla lotta all’evasione fiscale, 15 dalla spending review organizzata dal commissario Cottarelli, ben 11 in deficit, 3,6 dall’aumento di tassazione delle rendite finanziarie, 1 miliardo dalla diminuzione del payout delle slot machine (quella quota di vincite che è riservata al giocatore) e circa mezzo miliardo dalla banda larga.

leggedistabilità

Risorse che verranno impiegate per una serie di voci in uscita: riconfermato il bonus Irpef da 80 euro, che viene stabilizzato con uno stanziamento di 9,5 miliardi; taglio Irap componente lavoro per un valore di 5 miliardi, misura accolta con entusiasmo da Confindustria; cancellati i contributi per chi assume a tempo indeterminato per i prossimi 3 anni (1,9 mil); una riduzione di 800 milioni di euro per 900.000 partite Iva sotto i 15.000 euro, misura sarà destinata ai giovani sotto 35 anni al primo impiego; circa mezzo miliardo di sgravi fiscali per le famiglie con figli fino al terzo anno di età (possibile esenzione del ticket ospedaliero); 3 miliardi per l’eliminazione delle clausole di salvaguardia stabilite dal governo Letta.
La legge di stabilità prevede inoltre un fondo di 0,1 miliardi come garanzia per le aziende per l’anticipo del tfr in busta paga, che dovrebbe partire a metà del 2015 (secondo modalità che ancora non sono state stabilite), mezzo miliardo di investimenti nel settore scuola, 1 per l’alleggerimento dei vincoli del patto di stabilità per i comuni e finalmente 150 milioni di euro per la metro C di Roma e per l’expo di Milano.
Particolare è l’ultima voce di spesa, che il premier Renzi stesso su facebook definisce “riserva”: un “cuscinetto” (clausola di salvaguardia “trasformata”?) per le possibili critiche di Bruxelles alla legge di stabilità e al rinvio del pareggio di bilancio, oltre che alla lieve diminuzione del rapporto deficit/pil dello 0,1%, inferiore a quanto richiesto dai parametri di Maastricht. Il governo non ha però specificato da dove arrivano questi soldi.

 Nicola Stacchietti

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