Tempestività degli interventi per frattura di femore, riduzione dei tempi d’attesa negli ospedali e limitata diminuzione del numero dei parti cesarei. Sono questi alcuni dei dati che emergono dai risultati del primo semestre 2014 della sanità del Lazio rispetto al 2013.
“I problemi non sono stati tutti risolti, ma oggi possiamo dire che sta migliorando la qualità delle cure. Sono i risultati migliori da sei anni a questa parte”, ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
Razionalizzazione dell’offerta sanitaria e gestione innovativa e più efficiente sono, quindi, le strategie attuate che hanno fatto registrare un trend positivo negli ultimi mesi. La proporzione di fratture di femore operate entro due giorni è passata dal 40,4% del 2013, all’attuale 48,5% con un incremento dell’8% nei primi sei mesi del 2014. Ma non solo, anche gli infarti acuti del miocardio operati sono passati dal 35% di interventi con angioplastica del 2013 al 41% del giugno 2014, facendo registrare un incremento del 6%.
Tuttavia la Regione ha diffuso anche alcuni dati da brividi: nei reparti che trattano pochi casi all’anno si muore di più. Il governatore del Lazio ha infatti spiegato che è necessario chiudere o accorpare i reparti troppo piccoli per evitare che possano essere pericolosi per i pazienti.
“Tutti gli studi scientifici dicono che c’è un rapporto diretto tra quanti casi si curano e la qualità delle cure. È pericoloso ad esempio operarsi al cuore in reparti che ogni anno fanno solo pochi casi. È più pericoloso partorire in reparti di ostetricia che fanno meno di 500 parti l’anno, tanto è vero che in questi casi aumenta molto il numero di parti cesarei”, ha spiegato Zingaretti.
In tutto il Lazio sono 9 gli ospedali in cui non si fanno più di 500 parti all’anno. Il presidente della Regione Lazio, però, non vuole creare allarmismi e ha fatto capire che saranno chiusi o razionalizzati.
Alberto Gentile
