Difendere la nostra unicità che passa attraverso la bellezza del territorio e delle diverse produzioni agroalimentari, permettendo al made in Italy di essere conosciuto, apprezzato e invidiato in tutto il mondo”. Il messaggio arriva da Cinzia Coduti, responsabile Ambiente e Territorio di Coldiretti, intervenuta nella giornata conclusiva dell’XI Forum dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura organizzato all’università Suor Orsola Benincasa dall’associazione Greenaccord Onlus e dal Comune di Napoli
Sicurezza alimentare e qualità del cibo sono i due temi portanti del Forum?
Si. Sono fondamentali perché riguardano la nostra vita e il nostro territorio. Bisogna sempre ricordarsi che per produrre cibi sicuri è necessario rivalutare le proprie tradizioni culturali e di coltura, recuperando con occhio vigile tutto ciò che di bello e di buono ci offre la nostra natura. Si tratta di ricreare la fiducia tra le persone e questo si può ottenere stabilendo un contatto, un incontro tra cittadini ed imprese che operano sul territorio attraverso farmers market o altri sistemi di vendita diretta
Come fa un consumatore a riconoscere un prodotto di qualità?
Stanno nascendo diverse forme che vogliono rendere consapevole il consumatore. Si è partiti dai marchi riconosciuti a livello europeo come le DOP e IGP che sono il simbolo della qualità della produzione agroalimentare. L’imprenditore che produce alimenti che hanno questi segni distintivi deve sottostare a determinate regole serrate, deve sottostare a controlli continui che permettono poi di vendere al consumatore alimenti di qualità. E’ importante anche trovarsi in contatto diretto con l’agricoltore e cercare di creare un rapporto di fiducia che tranquillizza sicuramente su cosa si mette in tavola. Ma non è tutto. Le persone devono imparare a comprare solo prodotti italiani che vengono dalle nostre colture, diffidando del resto. Per i problemi ambientali che possono incidere negativamente sulla qualità del cibo è importante lavorare per la bonifica delle terre, facendo di tutto per preservare il nostro territorio dall’inquinamento.
La Coldiretti come sostiene il consumatore nella scelta di cibi sicuri e di qualità?
Credo che il primo passo sia educare e dialogare con il consumatore in modo che sia informato il più possibile sulle problematiche legate all’agricoltura e all’alimentazione, dandogli tutti gli strumenti necessari per permettergli una spesa intelligente e sana. L’informazione corretta è essenziale. Dobbiamo abituarci a distinguere le differenze tra i prodotti, la loro provenienza, il loro metodo di coltivazione. Dobbiamo insegnare a leggere bene le etichette per capire che cosa compriamo. E dobbiamo sollecitare il più possibile il contatto diretto tra consumatore e imprese: queste ultime mettendoci la faccia, proponendo direttamente il proprio prodotto, si rendono maggiormente responsabili su quello che offrono e le persone, trovandosi faccia a faccia con un produttore agricolo, hanno la possibilità di fare domande e informarsi. Una scelta consapevole sul nostro stile di alimentazione può fare la differenza per la salute di ciascuno di noi e per il futuro dell’ambiente
Gli Ogm sono una minaccia?
Si lo sono fino a quando non c’è una ricerca a lungo termine che ci potrà dire con sicurezza che non fanno male. Bisogna fidarsi solo di quello che si conosce veramente. Dagli Anni ’90 le colture agricole hanno perso il 75% della diversità genetica. Il vero problema è bloccare questa diminuzione e distribuire meglio la produzione e il consumo di cibo, non autorizzando l’utilizzo di organismi geneticamente modificati. Possiamo fare tanto e avere tanto dalle nostre produzioni già oggi, senza ricorrere agli Ogm, tutelando al tempo stesso biodiversità, territori e conservazione delle risorse naturali
Maria Lucia Panucci