“Per l’arte della memoria con cui è riuscito a evocare i più sfuggenti destini umani, svelando il mondo dell’occupazione” nazista: questa la motivazione con la quale l’Accademia di Svezia ha conferito al francese Patrick Modiano il Nobel per la Letteratura, per il suo Pour que tu ne te perdes pas dans le quartier.
Vittoria a sorpresa. Modiano, figlio di padre ebreo ma di origine italiana, è stato scelto dai 18 giurati dell’Accademia Reale Svedese in una rosa di 210 scrittori e succede alla canadese Alice Munro. Battuto ancora il giapponese Haruki Murakami, in corsa da quattro anni e dato per favorito. Anche il vincitore è rimasto abbastanza incredulo, come rivela l’editore Antoine Gallimard. Per congratularsi, ha chiamato Patrick Modiano, che, “con la sua abituale modestia”, gli ha confidato di essere contento ma di trovare “bizzarra” l’attribuzione del premio.
I suoi romanzi. La Place de l’Etoile – la prima opera, scritta a soli 23 anni – fu il primo di tanti successi: Les Boulevards de la ceinture (1972) gli vale il Gran premio dell’Accademia Francese, Rue des boutiques obscures (1978), il premio Goncourt, e tutta la sua opera il Gran premio nazionale delle lettere. L’autore, celebre in Francia per la sua scrittura fluida e accattivante, per i personaggi che trasmigrano da un romanzo all’altro, per l’atmosfera crepuscolare e i meravigliosi scorci parigini, non è molto tradotto in Italia. Sconosciute (2004), Bijou (2005) e Nel caffè della giovinezza perduta (2010) sono i romanzi tradotti da Einaudi.
La poetica. Sin dall’inizio dimostra talento: il suo principale estimatore è il suo ex professore di geometria al Liceo Henri IV, Raymond Queneau, maestro della sperimentazione linguistica e stilistica. Abbandonata la fase sperimentale, la sua penna diventa testimone della fase dell’occupazione nazista. L’argomento tocca profondamente l’autore perché si intreccia con la ricostruzione della figura paterna che, sebbene ebreo, si ritrovò a collaborare col regime di Vichy e gli occupanti nazisti. La ricerca della figura paterna lo assimila a un illustre predecessore, il connazionale Albert Camus, anch’egli sulle tracce del padre che non aveva mai conosciuto.
Un “affaire” tutto francese. Patrick Modiano è il quindicesimo scrittore transalpino a ricevere l’alloro svedese, sebbene tra i magnifici 15 figuri anche Jean-Paul Sartre, che rifiutò il riconoscimento. Non bisogna andare però troppo indietro per trovare un altro francese nell’olimpo degli scrittori: è del 2008 la vittoria di Jean-Marie Le Clézio. Il distacco dei francesi – sempre più primi – dagli statunitensi, secondi a quota 12, è sempre maggiore. D’altronde il primo autore a essere insignito del prestigioso riconoscimento fu il francese Sully Prudhomme, che ebbe la meglio sul favorito Émile Zola. Affari di famiglia, insomma…
Nino Fazio