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Bianchi continua a lottare per la vita. Da Pryce a Hakkinen timori e speranze dopo gravi incidenti in Formula 1

di Domenico Cappelleri07 Ottobre 2014
07 Ottobre 2014

 

bianchi f1Continua a lottare contro la morte Jules Bianchi, 25enne pilota della Marussia, schiantatosi domenica contro un mezzo di soccorso durante il gran premio del Giappone di Formula 1. Secondo l’ultimo bollettino rilasciato dai medici le sue condizioni sono «critiche, ma stabili».
Il pilota francese ha riportato gravi lesioni alla testa ed è stato operato al Mie General Hospital di Yokkaichi, dove gli è stato ridotto un’ematoma al cranio.
Nella notte italiana (mattina in Giappone) è arrivato nell’ospedale nipponico Gerard Saillant, accompagnato da Nicolas Todt, manager del pilota (e figlio di Jean, numero uno della Fia). Il luminare si era già occupato di casi simili (Michael Schumacher) ed è stato convocato dalla famiglia, per un parere.

Il video dell’incidente. E’ stato pubblicato ieri il primo video dello schianto di Jules Bianchi da un amatore che ha ripreso la scena con il proprio telefonino (la regia internazionale non aveva diffuso le immagini ufficiali). Nella clip si vede la Marussia numero diciassette infilarsi ad alta velocità sotto la ruspa che stava rimuovendo la monoposto di Sutil, uscito qualche istante prima. Il pilota ha picchiato violentemente con il casco contro la gru prima di arrestare incosciente la propria corsa.

Indagine aperta. La Fia attraverso il suo numero uno Jean Todt, ha aperto un’indagine per accertare eventuali negligenze. In molti  puntano il dito contro il direttore di gara Charlie Whiting, reo di non aver fatto entrare la vettura di sicurezza dopo l’uscita di pista di Sutil e soprattutto di non aver verificato che l’elicottero d’emergenza potesse volare o meno. In questi casi la procedura prevede la sospensione della sessione in caso il mezzo di soccorso non possa prendere il volo.

Tom Pryce. L’incidente di Bianchi ha fatto sicuramente tornare alla mente dei meno giovani quello accaduto a Tom Price a Kyalami nel 1977. Il pilota gallese, all’epoca, investì con la propria Shadow un commissario che aveva tagliato la pista in soccorso di Renzo Zorzi.
L’estintore che l’uomo aveva con sé impattò sulla testa di Pryce. Il colpo divelse il casco del pilota e la morte fu istantanea. L’impatto fu tale che l’estintore fu scagliato al di sopra delle tribune che costeggiavano la pista e finì contro una vettura nel parcheggio del circuito. La monoposto, con il pilota ormai deceduto, proseguì la corsa sbandando sulla destra, uscendo di pista e strisciando contro il guard-rail, prima di impattare contro la vettura di Laffite che stava curvando, trascinandola con sé contro le reti.

Mika Hakkinen. Storia a lieto fine invece quella di Mika Hakkinen. Il pilota finlandese andò a sbattere violentemente contro un muro durante le prove del gran premio d’Australia nel 1995, sul circuito di Adelaide. Hakkinen entrò in coma riportando una frattura alla base del cranio. In quell’occasione il pilota si svegliò due giorni dopo, riprese a correre nell’anno successivo e riuscì a vincere i mondiali del 1998 e del 1999.

Domenico Cappelleri

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