Il premier Matteo Renzi, da Londra dove ha incontrato giovedì il primo ministro inglese David Cameron oltre a un nutrito gruppo di investitori e operatori finanziari della City, si è espresso contro la politica rigorista della Germania di Angela Merkel. «Nella controversia sull’austerity io sto dalla parte dei Francois Hollande e della Francia… Nessuno ha diritto di trattare altri paesi da studenti, non siamo scolaretti». La cancelliera Angela Merkel d’altronde aveva reagito malissimo alla notizia di mercoledì scorso in cui da Parigi si annunciava il superamento del vincolo del 3% deficit-pil. «Che i Pesi facciano i compiti a casa!» aveva tuonato ai microfoni dei cronisti tesdeschi. In realtà la mossa provocatoria compiuta dal presidente Hollande riaprirebbe la possibilità di un atto di forza del fronte contrario al Fiscal Compact che punterebbe alla revisione dei Trattati.
Mario Draghi, il numero uno dell’Eurotower, dal vertice Bce di Napoli, ha annunciato che non verranno messe in campo europeo misure economiche straordinarie, anzi. «I Paesi dell’area Euro non devono distruggere i progressi già compiuti e procedere con le norme previste dal Patto di stabilità accelerando le riforme strutturali». Dopo le dichiarazioni di Draghi le principali piazze europee hanno registrato forti ribassi, trainate a fondo da Piazza Affari, maglia nera con una perdita del 3,92%.
Intanto l’Italia studia ogni risorsa per risalire la china a partire dalla lotta all’evasione fiscale. Si calcola che fra mancati versamenti Iva, Irpef, Ires e Irap gettito evaso sia quantificabile in oltre 90 miliardi di euro all’anno. I tecnici del ministero dell’Economia stanno valutando la possibilità di estendere il meccanismo di “reverse Charge” che obbligherebbe tutti gli acquirenti a versare direttamente l’Iva allo Stato invece che ai fornitori. Preso in considerazione anche il progetto dello scontrino telematico che sarebbe in grado di recuperare oltre 10% delle cessioni finali di beni e servizi non dichiarati.
Emanuele Bianchi