Tira aria di bufera lungo i corridoi della Federazione nazionale stampa italiana (FNSI) e le stanze della Stampa Romana, nel giorno in cui i giornalisti sono chiamati a esprimersi sul referendum relativo al contratto di lavoro. Peccato che i professionisti dell’informazione siano chiamati a esprimersi, lo stesso giorno, su ben due referendum gemelli, tra qualche perplessità e un po’ di confusione.
Il direttivo e la consulta dei fiduciari e Cdr dell’Associazione Stampa Romana, in seguito alla rottura consumatasi a fine giugno, sul fronte sindacale, a margine dell’accordo contrattuale Fnsi-Fieg, hanno indetto un referendum che si svolgerà oggi e domani, contemporaneamente a quello indetto dalla Federazione della Stampa.
Un appello ai giornalisti del Lazio affinché vadano a votare ai referendum è stato rivolto da Paolo Butturini, segretario dell’ Associzione Stampa Romana (Asr). “L’associazione Stampa Romana – dice Butturini – vi chiede di respingere quegli accordi, ma se riterrete di approvarli, quello che vi chiedo è comunque di andare a votare. Se parteciperete in molti, batteremo quelli che vogliono un sindacato di burocrati, chiusi nelle loro stanze a decidere senza confrontarsi con chi dovrebbero rappresentare”. Il segretario dell’ Asr si sofferma sull’organizzazione “poco democratica” del referendum da parte della Fnsi: “Innanzitutto si tratta di un referendum collocato a tre mesi dalla firma dell’accordo, per il quale è stato stabilito un quorum irraggiungibile per una platea di più di 40.000 persone”. Infatti il referendum della Fnsi avrà validità solo nel caso in cui il numero dei votanti supererà il 50 per cento più uno dei giornalisti contrattualizzati, impresa molto difficile se si considera che alle elezioni degli organismi dei giornalisti partecipa il dieci, massimo venti per cento degli aventi diritto. “L’Associazione stampa romana – precisa Butturini – ha esteso il referendum al territorio del Lazio, collocando le urne all’interno delle redazioni con più di 50 giornalisti e all’interno delle redazioni i cui comitati ne abbiano fatto richiesta. La Fnsi, invece, ha messo a disposizione solo due seggi”.
In ogni caso il voto regionale affiancherà e non sostituirà quello indetto dalla Fnsi che verrà svolto secondo le indicazioni della Giunta Federale.
Una giustificazione al voto contrario giunge da una serie di motivi legati al tema dell’occupazione, del lavoro autonomo, degli ammortizzatori sociali. “Si è condotta un’operazione di legalizzazione dello sfruttamento con una retribuzione minima” – dice il segretario dell’ Associazione Stampa Romana. Poi, entrando nel merito della retribuzione differita puntualizza: “Chiediamo una soluzione più equa, dal momento che quella trovata penalizza i giovani e le fasce di reddito più basse”.
Già nella serata di domani sarà possibile conoscere i risultati dei referendum.
Samantha De Martin