“Portateci in Italia”: questa la richiesta dei 345 migranti che la notte scorsa si sono rifiutati per ore di scendere a Cipro. Erano su un barcone in difficoltà, quando una nave da crociera della compagnia Salamis Cruise Lines ha risposto all’S.O.S portandoli a bordo. Quando però la nave è attraccata a Limassol, uno dei porti di Cipro, non è stato facile convincere i migranti a scendere. “Si sono rifiutati di sbarcare chiedendo di essere portati in Italia” ha spiegato il direttore generale della Salamis Cruises Lines.
Nonostante, infatti, Cipro sia la terza isola più grande del Mediterraneo, dopo la Sicilia e la Sardegna, non stupisce che i migranti vedano l’Italia come l’unico vero porto sicuro. Non solo perché il nostro Paese è il punto di collegamento tra il Mediterraneo e tutti gli Stati europei (come quelli scandinavi, dove tanti profughi si sono rifugiati negli ultimi mesi); ma soprattutto perché, anche questa volta, la maggior parte dei migranti erano donne e bambini siriani. Non è azzardato ipotizzare che molti di loro stessero cercando di ricongiungersi a mariti e padri giunti sulle coste sicule o calabresi nel corso dell’ultimo anno.
Alla fine, ad ogni modo, è stata Cipro l’ultima tappa del loro viaggio. “Sono scesi dalla nave a partire dalle 5 del mattino e tutto si è svolto nella calma”: ha dichiarato il vicedirettore della protezione civile cipriota, Marinos Papadopulos.
Corinna Spirito