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Siamo nell’era del “Quarto Reich”: Feltri e Sangiuliano svelano come la Germania abbia sottomesso l’Europa

di Maria Lucia Panucci26 Settembre 2014
26 Settembre 2014

libroLettere riservate a capi di governo, telefonate segrete alle più alte cariche di stato, pressioni esercitate da poteri forti che si muovono al di sopra delle regole democratiche. Nell’ultimo decennio alla Germania riunificata è riuscito quello che non le è stato possibile attraverso le due sanguinose e tragiche guerre mondiali che hanno scandito il Novecento: la conquista di un’incontrastata egemonia continentale, una sorta di dominio economico sull’Europa che Vittorio Feltri e Gennaro Sangiuliano hanno definito “Quarto Reich”.
Così si intitola il libro che i due giornalisti hanno presentato a Roma presso la sede della Confederazione Nazionale Agricoltori. Un saggio provocatorio sin dal titolo che, lungi dall’essere una banalizzazione giornalistica, è la sintesi estrema, e forse inquietante, della situazione venutasi a creare nell’area euro. In un decennio, infatti, grazie alla moneta unica e alla gabbia istituzionale dell’Unione, la Germania è riuscita a costruire una condizione di predominio economico e di egemonia politica sul “vecchio continente”.
Tutto merito della cancelleria di ferro Angela Merkel, che ha saputo tutelare gli interessi del suo paese come nessun altro leader europeo. “Siamo noi che non siamo capaci di darci una Merkel italiana. Forse dobbiamo accettare l’idea che di fronte al Quarto Reich, c’è solo da restare ammirati”, scrivono Feltri e Sangiuliano smentendo, una volta per tutte, la convinzione secondo cui la Cancelliera sarebbe nostra nemica. “Quello che non è riuscito al Kaiser nella Prima guerra mondiale e poi tragicamente ad Hitler nella Seconda sembra essere riuscito in modo pacifico ad Angela Merkel. – ci ha spiegato Sangiuliano alla presentazione del libro – Al momento le classi dirigenti italiane sono state tutte accondiscendenti nei confronti della Germania. Renzi ha promesso che batterà i pugni sul tavolo ma il semestre europeo sta passando e risultati in tal senso ancora non se ne sono visti perché il nuovo commissario europeo Jean-Claude Juncker, persona notoriamente vicina ad Angela Merkel, dice che non si sfora il patto del 3% che invece i tedeschi sforarono con il nostro aiuto nel 2004”.
“La ragazza venuta dall’Est”, come la definiscono gli autori, sarà stata pure spregiudicata ma se nei fatti l’Unione ha subito il predominio tedesco la colpa è da attribuire alla debolezza dei suoi membri. Certo, se per i cittadini tedeschi l’era del Quarto Reich significa benessere, lavoro e crescita, per le altre nazioni, soprattutto del Sud Europa, vuol dire povertà, disoccupazione e recessione come sperimentano ogni giorno milioni di persone, strette nella morsa di una crisi economica decisamente più grave di quella del 1929.
Insomma il “Quarto Reich” non deve evocare nessuno spettro: è solo un modo inequivocabile per definire il neo-imperialismo germanico alla cui demonizzazione la politica si dedica senza guardare alle deficienze che l’hanno reso possibile. Ora resta da capire se qualcuno sarà capace di promuovere un radicale riequilibrio dei rapporti di forza nell’Unione europea affinché all’ “Europa germanica” succeda una “Germania europea”.

Maria Lucia Panucci

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