Quattordicesima fumata nera la Consulta. Ancora una volta non è stato raggiunto il quorum necessario per eleggere i due giudici costituzionali che dovrebbero entrare a far parte della Corte Costituzionale: nessuno dei candidati ha infatti ottenuto 570 voti, ossia il consenso dei 3/5 dei componenti delle due camere del Parlamento, riunite per l’occasione in seduta comune. Non che sia una sorpresa, comunque: Pd, FI, Ncd, Sc e PI avevano avvertito i propri parlamentari di votare scheda bianca e la maggior parte hanno rispettato le indicazioni. Sono state infatti 655 su 848 le schede bianche che hanno permesso alla maggioranza di non bruciare la candidatura Dem di Luciano Violante e di dare la possibilità a Donato Bruno di andare a Isernia per chiarire la sua posizione i merito alla consulenza da 2,5 milioni di euro sul fallimento dell’ex colosso del tessile Ittierre. Se risultasse indagato, infatti, non solo si chiuderebbero le porte della Consulta per lui, ma anche Luciano Violante rischierebbe di essere tagliato fuori. “Se dovesse cadere Bruno cadrebbe anche Violante perché il pacchetto ormai è unico”: questo infatti il pensiero di Forza Italia. Non resta dunque che attendere l’esito del chiarimento tra Donato Bruno e la Procura e l’appuntamento del prossimo martedì 30 settembre, quando le Camere si riuniranno di nuovo per votare e mettere finalmente un punto alla questione Consulta.
Ad ogni modo, nonostante l’ennesimo stop sulle elezioni dei giudici per la Consulta, ieri qualcosa si è mosso. Si è infatti riuscito a decidere sul Csm. Lo scrutinio del Parlamento in seduta comune è stato positivo per Paola Balducci (Sel) e Pierantonio Zanettin (FI), che rispettivamente con 521 e 525 voti diventano i due nuovi componenti del Consiglio Supremo della Magistratura dando così modo all’organo, dopo due mesi di stallo, di tornare a funzionare.
Corinna Spirito